Morte di Vittorio Emanuele di Savoia

Chi era il re mancato d'Italia

Figura discussa, al centro di diversi processi, per omicidio, per traffico internazionale di armi e per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione

Chi era il re mancato d'Italia
Tgr Piemonte
Vittorio Emanuele di Savoia con la moglie Marina Doria

Vittorio Emanuele di Savoia è stato l'ultimo erede al trono d'Italia, prima dell'avvento della Repubblica. Aveva il titolo di Principe di Napoli e di Piemonte, era figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio.

Era nato a Napoli il 12 febbraio 1937. Sposato con Marina Doria (ex campionessa di sci d'acqua) da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto, nato nel 1973, legato civilmente con Clotilde Courau, con la quale ha due figlie.

Vittorio Emanuele di Savoia è stato segnato da molte controverse vicende e processi che hanno avuto una forte eco mondiale. A livello familiare la disputa fu con il ramo degli Aosta. A livello processuale la più clamorosa è legata all’omicidio di Dirk Hamer, 19 anni, sull’isola di Cavallo nel 1978, che cambiò per sempre la sua vita, e quella dei genitori della vittima. Nel 1991 fu assolto, dopo essere stato arrestato, per la morte del giovane, ucciso con un fucile, ma in una conversazione privata, registrata, confessò il reato. Il processo non poteva però essere riaperto. Fu condannato solo per possesso di arma da fuoco a sei mesi con la condizionale.

Alla nascita, fu subito acclamato come «il principe dell’Impero» allora da poco proclamato dal regime fascista. Il 2 giugno 1946, il referendum istituzionale che trasformò l'Italia da Monarchia a Repubblica, fece cadere la sua possibilità di salire al trono. Il padre avrebbe voluto abdicare in suo favore.

Il 1 gennaio 1948 andò in esilio con tutti gli eredi maschi di casa Savoia e gli fu vietato di tornare in Italia. Lo stabiliva la Costituzione da poco entrata in vigore. I Savoia restarono in esilio tra la Svizzera, la Francia e la Corsica. Tornarono in Italia nel 2002 quando fu abolita la norma costituzionale che vietava loro l'ingresso nel Paese. Ma lui scelse come sua residenza Ginevra, per sé e la sua famiglia, Marina Doria e il figlio.

Nel 2002 prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di casa Savoia. Insieme al figlio, giurò fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando in tal modo esplicitamente a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano. E dichiarò ufficialmente la fine della monarchia.

Nel 2007 però Vittorio Emanuele chiese un risarcimento allo Stato italiano di 260 milioni di euro per l’esilio e la restituzione dei beni confiscati nel 1948. Nel 2022 chiese, invece, la restituzione dei gioielli di famiglia, custoditi nei forzieri della Banca d’Italia.

Nella sua vita non ci fu soltanto la morte di Hamer a segnarlo dal punto di vista processuale. Negli anni ‘70 venne indagato per traffico internazionale di armi in alcuni paesi mediorientali. E risultò iscritto alla loggia massonica P2 di Licio Gelli con la tessera numero 1.621.

Il 16 giugno 2006 tornò agli arresti su richiesta del pubblico ministero napoletano Henry John Woodcock nell’ambito dell’inchiesta Vallettopoli; le accuse: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione nell’ambito di un’indagine legata al casinò di Campione d’Italia. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, fu assolto da ogni accusa per poi ottenere  un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente.

La famiglia del giovane Dirk al processo contro Vittorio Emanuele di Savoia Tgr Piemonte
La famiglia del giovane Dirk al processo contro Vittorio Emanuele di Savoia