“Mi ha detto che andava a spaccarlo”. E' il racconto di un testimone sentito dalla Procura nell'ambito delle indagini sull'aggressione a colpi di machete nel quartiere di Mirafiori ai danni di un giovane di 23 anni, a cui è stata poi amputata la gamba a causa delle profonde ferite.
Custodia in carcere
Il testimone è un amico dei due arrestati, Pietro Costanza di Costigliole, accusato di aver colpito il giovane, e il fratello Rocco, che avrebbe guidato lo scooter fino al luogo dell'agguato. I due restano in carcere: il Gip ha infatti confermato la custodia cautelare. Secondo la giudice infatti l'aggressione era stata premeditata. A scatenare la violenza sarebbero stati motivi legati agli stupefacenti ma anche le avances della vittima nei confronti della fidanzata del nobile.
Il precedente
Addirittura, i due avevano cercato di raggiungere il 23enne già a febbraio, arrivando sotto casa sua, secondo quanto emerge dalle chat presenti nei telefoni sequestrati alla fidanzata della vittima. Da allora, Pietro e Rocco avrebbero cercato il giovane fino al giorno dell'aggressione, il 18 marzo, quando avrebbero effettuato un sopralluogo nelle ore precedenti allo scontro.
Il racconto
Il testimone avrebbe raccontato di essere stato contattato dai presunti aggressori il giorno dell'agguato e di aver tentato di far da paciere: sapeva però, ha detto agli inquirenti, che Pietro aveva con sé “una mazza o qualcosa di appuntito”. Dopo di ché avrebbe ricevuto un messaggio che gli suggeriva di tornare a casa e di stare tranquillo.