Einaudi, Saragat e Scalfaro: i tre piemontesi saliti al Colle

Piemontese l'ultimo inquilino del Quirinale del Regno d'Italia - Umberto II da Racconigi -. Piemontese il primo presidente della Rebubblica eletto con la nuova Costituzione in vigore. 1948, i franchi tiratori affossano la candidatura di Sforza. Al Quirinale sale Luigi Einaudi da Carrù. "Ha un po' stabilito il ruolo - spiega il giornalista e direttore de L'Espresso, Marco Damilano -. Grande senso delle istituzioni, grande sobrietà, all'epoca si diceva frugalità, anche legato al suo ruolo di economista, di difensore della Lira e dei risparmi degli italiani".

1964. Tocca al torinese Giuseppe Saragat. Epilogo di una vicenda - Damilano la racconta nel libro "Il Presidente", editore La nave di Teseo, che inizia qualche mese prima. Proprio al Quirinale. "Da ministro degli Esteri e in presenza di Aldo Moro, che è presidente del Consiglio, ha un violento alterco con il presidente della Repubblica, Antonio Segni, che finisce con il malore del Capo dello Stato che lo porterà poi alle dimissioni premature. E Saragat, dopo una battaglia durissima in Aula - 21 scrutini, si vota anche la Vigilia di Natale e la sera di Natale del 1964, diventa presidente di un settennato a sua volta molto discusso". 

21 anni dopo ancora un piemontese, Oscar Luigi Scalfaro. A spingerlo sul Colle più alto di Roma uno degli eventi più drammatici della nostra storia: la strage di Capaci: "Scalfaro ha lasciato un grande segno. E' stato un uomo di grande moralità, molto discusso perché è rimasto senza partito quasi all'inizio della sua presidenza, una presidenza drammatica segnata da Mani Pulite, dalle Stragi della mafia..."

Tre piemontesi hanno dunque conquistato il Colle. Tanti altri l'hanno solo sfiorato.

Servizio di Gabriele Russo

Montaggio di Claudio Biasiotto

Intervistato: Marco Damilano, Giornalista, autore de "Il Presidente", La Nave di Teseo