Verso Juventus-Torino

Il derby di Pulici e Furino

Puliciclone contro Capitan Furia. Quando la stracittadina decideva il campionato. Per oltre 5 anni, tra il dicembre del 1973 e il marzo del 1979, i bianconeri a secco di vittorie, mentre si preparavano a vincere tutto con il Trap in panchina.

Anni '70. Gli Anni di piombo, il processo alle BR, la Torino operaia. La stagione con gli scioperi e la sua fine, con la famosa Marcia dei 40mila. Ma anche il derby fra Torino e Juventus: molto più di una partita. A Torino si decideva lo scudetto. In campo c'era gente come Beppe Furino. Nato a Palermo e cresciuto in Campania, si era trasferito a Torino al seguito del papà finanziere. appena arrivato a Torino, racconta, "mi ritrovai di fronte una piazza d'Armi brulicante di ragazzini che giocavano a pallone. 'Questo è il posto giusto per me', mi sono detto. Ero da solo, non conoscevo nessuno. Sono sceso in strada, braccia conserte, guardando gli altri. Ci misero tre secondi a chiamarmi dentro e a giocare con loro. Questo era il calcio".

Pulici sulla via di Damasco

Tutta diversa la storia di Puliciclone. Lombardo di Roncello, in Brianza, il papà era milanista. "Ma spesso mi parlava del Grand Torino. Vede, nel mondo ci sono poche grandi fedi. C'è il cristianesimo, c'è l'islam. E poi c'è il Toro". E quando alle giovanili entri al Filadelfia, non si può che rimanere fulminati sulla via di Damasco. "C'erano i ritratti con i giocatori del Grande Torino. Incrociavamo i giocatori della prima squadra. Io avevo perfino il compito di 'allargare' il cuoio delle scarpe di Gigi Meroni, che portava il mio stesso numero, ma gli andavano un po' strettine. Che clima, si respirava. L'allenatore delle giovanili, indicando il Grande Torino, ci diceva: 'Loro vi guardano, da lassù' ".

Furino: "Troppa tensione"

Paolo Pulici, ricordando il clima di quegli anni, conferma quello che tutti a Torino sanno: "Il Toro era la squadra degli operai. Tutti alla Fiat tifavano per noi. Un giorno l'avvocato Agnelli mi riconobbe, in pieno centro a Torino, e la buttò lì: 'Lei verrebbe a giocare con noi?' Io stavo per rispondere ma lui mi fermò subito: 'No, guardi, lo so che non può. Lei è il Torino". Tifoseria calda, quella granata. Più compassata e "borghese" quella bianconera, anche se proprio in quegli anni qualcosa stava cambiando. I meridionali che approdavano nelle fabbriche erano quasi tutti juventini. E allora la città andava elettrizzandosi. Già i derby nelle giovanili erano sentitissimi. "I giocatori del Torino - racconta Furino - il derby lo preparavano meglio. Erano carichissimi. Ci facevano soffrire. Noi, invece, ci arrivavamo con tanto, troppo nervosismo. Boniperti mi chiamava continuamente. Io, poi, ero piene di scaramanzie: iniziavo la settimana mettendomi gli stessi abiti di un derby già vinto, cose così... per ammazzare il nervosismo, mi allenavo. E così iniziavo la partita, ma le gambe ne avevano giocata già un'altra...".

Maledizione bianconera

Soffriva, la Juve. Il 9 dicembre del 1973, Cuccureddu non lo sapeva. Ma, dopo il suo gol decisivo in quell' 1 a 0, per più di 5 anni la Juve non avrebbe più vinto il derby. Nel 74-75, epico il 3 a 2 per i granata con doppietta di Pulici e gol decisivo di Zaccarelli. Poi, l'anno dello scudetto granata, stagione 1975/76: il derby d'andata, vinto dal Toro per 2 a 0, reti dei "gemelli del gol". Pulici e Graziani. Poi quello, tiratissimo, di ritorno: 2 a 0 a tavolino per i granata, a causa di un petardo lanciato dai tifosi juventini che ferì il portiere del Torino, Castellini. Il Torino aveva comunque vinto con due autogol di Cuccureddu e Damiani. Fu il viatico verso la vittoria dello storico, settimo scudetto. Propiziato dal Perugia e da quel gol di Renato Curi che fermò a sorpresa la Juventus, rendendo sufficiente il pareggio casalingo contro il Cesena, con l'incredibile disappunto di Radice. Epico anche il derby del 76/77: la Juve del Trap dovette arrendersi al Torino, gol di Graziani e Pulici. Un duello epico tra Torino e Juventus in testa alla classifica, che però stavolta si concluderà con la vittoria dei bianconeri, ora guidati da Giovanni Trapattoni. Dopo i due malinconici 0 a 0 della stagione 77/78, la maledizione, per la Juventus, verrà interrotta solo il 15 marzo del 1979: Torino-Juventus 0-1, gol di Cabrini. E la storia, negli anni '80, cambiò di colpo o quasi.

Avversari, ma amici

Ma torniamo a quegli anni '70. "Il gol più bello? 5 novembre 1972", risponde Pulici: "Pallonetto a Zoff. Lo stadio tremava come se ci fosse stato un terremoto" Per Furino, "i giocatori del Torino interpretavano il derby con grande ardore, ma anche furbizia. Bettega rispondeva colpo su colpo. Ma giocatori come Causio ci mettevano un attimo a innervosirsi. E così lo stuzzicavano un po' ". "Nei derby ce le davamo di santa ragione, e Furino lo sa bene", gli fa eco Pulici, "ma c'era anche grande fair play. Si combatteva per il pallone, non si entrava con cattiveria sull'avversario. Poi, a fine partita, alcuni di noi spesso andavano a mangiare insieme". Ve li immaginate, juventini e granata allo stesso tavolo? Oggi, la storia è tutta diversa. "Non faccio pronostici", commenta lo scaramantico, ma non troppo, Furino. "Spero semplicemente che vinca la squadra migliore, più fortunata, e magari con la maglia bianconera". "Come finisce il derby? Cosa vuole che le dica", ribatte Pulici. "I 'malati' di Toro che incontro tutti i giorni, ancora oggi, mi dicono: 'Rimettiti le scarpe, che lo vinciamo!' ".