Pechino 2022

Dal Liceo Darwin alle Paralimpiadi, l'avventura di Andrea Macrì

Dopo la tragedia del 2008, con il crollo del soffitto della scuola e la morte del compagno di banco Vito Scafidi, la rinascita grazie allo sledge hockey: uno sport che in Italia conta una quarantina di tesserati. E che, 4 anni fa, sfiorò il bronzo

Andrea Macrì. Dal crollo del Liceo Darwin alle Paralimpiadi invernali di Pechino. Con la maglia dell'Italia. "Lo sport, per me, ha significato innanzitutto rinascita. Poi pian piano è entrato nella mia vita e se ne è impossessato in maniera tale che ancora non mi sembra vero", racconta. Non si è scoraggiato, Andrea Macrì, da quel maledetto 22 novembre del 2008. Crollo del soffitto del Liceo Darwin di Rivoli. La morte di Vito Scafidi. Andrea, rimasto sulla sedia a rotelle. Ora, per la quarta volta di fila, partirà per l'avventura paralimpica. Da Vancouver 2010, non se n'è persa una: il suo sport, lo sledge hockey. Con lui, altri due piemontesi in pista. Il portiere Gabriele Araudo, e poi Gabriele Lanza. Oltre al medico e all'assistente allenatore. Con autoironia, si fanno chiamare i dahu: come la mitologica creatura delle valli alpine dalle zampe asimmetriche. "Diverse", appunto, ma tali da consentirgli di stare dritti sulle pendenze più impensabili. Che dire, poi, della squadra di club di Andrea: la Sportdipiù Tori Seduti. Protagonista di un campionato che vede impegnate, in Italia, appena tre squadre: Torino, Varese e Sudtirol.

Obiettivo Milano-Cortina

Certo, pesa ancora quella "medaglia di legno" di Pyeongchang 2018: nella finalina per il bronzo, sconfitta bruciante con i padroni di casa della Corea del Sud. "Un risultato comunque straordinario per un movimento che, in Italia, conta nemmeno 40 tesserati". Di fronte, ancora una volta, ci saranno i colossi dell'hockey: Russia, Stati Uniti, Canada. "Noi ce la metteremo tutta, ma sarà durissima ripetere lo straordinario risultato di quattro anni fa", dice Andrea Macrì. Sport di nicchia, lo sledge hockey, in una disciplina, l'hockey, che già nel nostro Paese è per pochi. Fatica improba, per i 17 che partiranno per Pechino. Ragazzi che lavorano, perché lo sledge hockey in Italia non è un mestiere. E quindi, per le Paralimpiadi, devono chiedere le ferie. Ora, la speranza di Andrea è che, dopo l'avventura cinese, lo sledge hockey possa diventare popolare anche in Italia. Magari contando su Milano-Cortina 2026: un appuntamento che Andrea Macrì non vuole assolutamente mancare.