Processo Eternit bis, in aula i dubbi della difesa

Ripreso in Corte di Assise a Novara il processo Eternit bis. In aula alcuni parenti delle vittime dell'amianto. Le difese sollevano dubbi su cause e tempistiche dei mesoteliomi.

Sfilano i testimoni in corte d'assise a Novara al processo Eternit. Sono chiamati dalla difesa dell'imputato Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario di 392 persone del Casalese. E' stato l'ultimo proprietario dell'Eternit e la difesa cerca di capire se i decessi per asbestosi possano essere ascrivibili ad un periodo antecedente al 1973, data in cui lo stabilimento e' diventato appunto di proprietà del magnate svizzero, oggi 74 enne. 

Gli avvocati cercano poi di trovare casi di inquinamento ambientale, se l'amianto fosse presente nelle case delle vittime, sui tetti dei garage, a copertura delle strutture per gli attrezzi in campagna, come spesso succedeva, e quindi potesse aver rilasciato nell'aria le fibre responsabili della letale malattia ai polmoni. 33 le persone convocate oggi. Sono figli, vedove, eredi di ex dipendenti o di semplici cittadini, raccontano di genitori che tornavano a casa con i vestiti pieni di polvere d'amianto, che veniva lavata in casa a mano, altri non lavoravano in quella fabbrica, semplicemente abitavano in zona. 

Sono tutti morti di mesotelioma. Il punto e' se siano venuti a contatto con quel materiale anche nella vita di tutti i giorni. E se quindi siano stati esposti all'amianto killer anche a scuola, in casa, per strada. Prossima udienza lunedì, sempre a Novara con altri 39 testimoni.

Servizio di Caterina Cannavà, montaggio di Tiziano Bosco