77 anni fa Italia libera anche per gli scienziati

Scienza liberata

Con il 25 aprile, il ritorno alla luce del sole della ricerca scientifica italiana colpita dal Manifesto della Razza del 1938

Il 25 aprile 1945 è un nuovo inizio. Anche per la scienza italiana, duramente colpita dalla pagina nera del Manifesto della Razza del 14 luglio 1938. La base, pseudo scientifica, delle leggi razziali, in nome delle quali oltre 6000 cittadini italiani furono arrestati e deportati e altrettanti costretti ad emigrare solo perchè ebrei. Con il Manifesto, firmato da dieci scienziati mai rimossi dalle cattedre che occupavano, la ricerca scientifica italiana perse decine di cervelli. Tra i docenti cacciati via, Giuseppe Levi, ordinario di Anatomia umana  a Torino e maestro di tre premi nobel, tutti ottenuti in America: Salvatore Luria, Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini.
In seguito alle leggi razziali, la scienziata, con alle spalle dieci anni di ricerca sul sistema nervoso, lasciò il Paese per proseguire il suo lavoro a Bruxelles. Ritornò in Italia poco prima dell'occupazione nazista del Belgio. Fu costretta a nascondersi prima a Firenze, poi sulle colline di Asti. Era lì il 25 aprile del '45, quando arrivò la notizia della liberazione.