I conti del Comune

Oltre 4 miliardi di debito, ecco il piano di rientro della giunta per salvare il Comune

Il governo ha garantito 1 miliardo e 120 milioni. Il municipio si è impegnato a risparmiare 33 milioni l'anno per i prossimi 20 anni

Abbattere il debito per poter pagare meno di interessi. E' questo l'obiettivo del piano varato dal comune di Torino nell'ambito del patto firmato col presidente del Consiglio Draghi il 5 aprile. Ma quanto vale questo debito e come pensa il comune di ridurlo? Facciamo un po' di chiarezza.

Attualmente il debito che pesa sui torinesi è pari a 4,2 miliardi di euro. Il capitale però è pari solo a 2,5 miliardi. Il resto, cioè un miliardo e 700 milioni, è composto dagli interessi accumulati nel tempo. Da pagare alla Cassa depositi e prestiti, alle banche e ai contribuenti che hanno comprato i buoni emessi dal comune. 

Martedì, con la firma in comune, Draghi ha messo sul piatto 1 miliardo e 120 milioni di euro in vent'anni, vale a dire un quarto circa del debito. Al comune il governo aveva chiesto di impegnarsi per parte sua in un piano di rientro per almeno 280 milioni. Ma la giunta ha scelto di fare molto di più. Ha varato un piano da 664 milioni. Il motivo, spiega l'assessora al Bilancio Nardelli, è presto detto: siccome il problema sono gli interessi, prima si abbatte questo debito e meno si pagherà di interessi. Per rendere l'idea, nel 2021 il comune di Torino ha speso cento milioni tondi di interessi, su una spesa corrente di 1 miliardo e 68 milioni. In altre parole, quasi il 10% del bilancio se n'è andato così. Soldi che avrebbero potuto essere spesi in servizi. Dall'anagrafe, alle scuole, ai mezzi pubblici.

Il pieno di rientro del comune, abbiamo detto, è di 664 milioni in vent'anni. Che fa, calcolatrice alla mano, 33 milioni l'anno. Come farà? Ha già iniziato con l'aumento dell'addizionale Irpef. Grazie al quale si recuperano circa 15 milioni l'anno (14,4). Siamo a metà strada. E gli altri? Gli altri verranno da un mix di operazioni di efficienza. Tra queste, quella di far meno ricorso alle anticipazioni di tesoreria, in sostanza di evitare fidi per le spese correnti. Operazione che da sola, l'anno scorso, ha consentito di recuperare 9 milioni. E, tra le altre, una particolarmente positiva: pagare i fornitori entro le scadenze. In modo da evitare le more.

 

Servizio di Fabio De Ponte; montaggio di Beppe Serra; grafiche di Gabriele Gulia