Ecco l'auto elettrica che circolava a Torino nel 1989

Si chiamava "Micro-Vett" e aveva una autonomia di 80 chilometri. Trent'anni dopo, il sogno è realtà. Ma il problema è: come produrre in modo pulito l'energia per alimentarla?

 

L'auto in queste immagini girava per le strade di Torino nel 1989. Completamente elettrica, disponeva di pannelli solari sul cofano e sul tetto. Progettata a Torino da un'azienda specializzata in energia solare, era stata realizzata a Modena. Raggiungeva i 70 chilometri orari e aveva un'autonomia di quasi 80 chilometri. Carrozzeria in vetroresina, due posti, quattro batterie, non era molto diversa da una microcar di nuova generazione. Sono passati 33 anni e finalmente quel sogno sta diventando realtà. 

Ma sta emergendo un problema. Se l'auto non emette inquinanti, produrre l'energia elettrica che la alimenta sì. Dei 73 miliardi di metri cubi di gas che l'Italia importa attualmente in un anno, oltre un terzo, 26 miliardi, vengono utilizzati infatti proprio per produrre energia elettrica. L' associazione di Confindustria che riunisce le aziende produttrici, Elettricità futura, dice però di essere pronta a dare una robusta accelerata alla produzione da rinnovabili, per raggiungere gli obiettivi Ue. E la parte del leone in questa operazione non la farebbero l'idroelettrico o l'eolico. Ma proprio il fotovoltaico che in genere viene indicato come il meno efficiente: previsto un aumento di 70 GW di capacità produttiva (oggi in tutto sono 120) entro il 2030, 50 GW dei quali proprio da fotovoltaico. Per arrivarci i produttori stimano che basterebbe coprire di pannelli solari appena l'1% delle aree industriali e agricole dismesse. E invitano famiglie e imprese a installare pannelli a loro volta.

Nel servizio l'intervista ad Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura.

Servizio: Fabio De Ponte

Montaggio: Giancarlo Raviola