Duro impatto anche sulla produzione di energia idroelettrica

La siccità del Gran Paradiso, nella sala di controllo che gestisce gli invasi dimezzati

La centrale Iren di Rosone ha riprogrammato il rilascio dell'acqua dai laghi artificiali della valle Orco, per salvare l'agricoltura. Ma i bacini soffrono a loro volta, meno sessanta per cento di apporti di acqua da gennaio per la mancanza di neve.

Dal cratere lunare di gennaio a quello di un giugno in cui il lago della diga di Ceresole Reale è tornato a riempirsi, a ospitare surf e turismo, ma in uno specchio d'acqua ridotto, che riflette le conseguenze di un inverno senza neve e l'immagine di un'emergenza siccità pesante anche per grandi invasi artificiali del piemonte.

Gli apporti di acqua dal primo gennaio ad oggi rispetto alla media storica sono inferiori del sessanta per cento per la mancanza di neve, eppure è da questi bacini che passa la salvezza dell'agricoltura.
Coldiretti e Regione Piemonte hanno ottenuto dalla multiutility dell'energia Iren, gestore degli impianti artificiali della valle Orco, che l'acqua necessaria a muovere le turbine venga rilasciata anche di notte quando la produzione di elettricità è molto meno remunerativa. In modo che possa essere usata anche per irrigare i campi del Canavese.

Siamo stati nella sala monitoraggio della centrale di Rosone, a una ventina di chilometri da Ceresole Reale, da qui vengono controllati e azionati tutti gli invasi Iren da Ceresole al Salernitano. 
Un panorama completo, sugli effetti della siccità.

Il servizio di Martino Villosio, interviste a Nicola Brizzo, direttore produzione idroelettrica Iren e Giuseppe Bergesio, amministratore delegato Iren energia