La denuncia di Confartigianato

Superbonus e imprese: crediti fiscali tanti, soldi "zero".

Superbonus: imprese con tanto credito fiscale e casse vuote. Pagare gli operai diventa impossibile e i lavori di fermano. Denuncia di Confartigianato Torino, così 50mila aziende in piemonte. Chiesto un nuovo decreto: "tranquillizza banche".

Per ottenere dalla banca l'impegno a comprare il credito fiscale, le imprese devono essere già arrivate a completare il 30 per cento dei lavori. In altre parole, le aziende edili iniziano sapendo che incasseranno i soldi dallo stato in 5 anni e solo dopo possono accorciare i tempi con l'accordo in banca, che anticipa e si fa carico di riscuotere dall'agenzia delle entrate. È in questo dettaglio che si nasconde il diavolo. Perché cosa succede se nel frattempo cambiano le regole, come è puntualmente avvenuto? Che le imprese si ritrovano con i cassetti fiscali pieni di credito e le casse vuote, così pagare gli operai diventa impossibile e i lavori di fermano.
In questa condizione, denuncia Confartigianato torino, si trovano 50mila imprese in tutto il piemonte.
Al 30 aprile, segnala l'organizzazione, i bonus edilizi hanno permesso l'avvio di lavori per quasi un miliardo e 900 milioni, con quasi 11 mila cantieri.
I Guai sono iniziati a novembre quando il governo ha varato il decreto anti frodi dopo aver scoperto truffe al sistema per miliardi di euro. Il provvedimento introduceva procedure più stringenti e nuove carte da presentare. Poi è arrivato un altro giro di vite, questa volta sulle banche, che limitavano la loro possibilità di vendere il credito a loro volta sul mercato. Risultato, gli istituti di credito hanno chiuso i cordoni, non acquistano più crediti e quelli che hanno già comprato li pagano a singhiozzo. Unica soluzione, una semplificazione, cioè un altro decreto, chiede ora l'associazione dei costruttori edili. Che potrebbe non convincere le banche, ormai sospettose.