Suicidi in cella e sovraffollamento, detenute in sciopero della fame

L'iniziativa non violenta all'istituto Lorusso e Cutugno: "Continuiamo fino al voto, così la politica si occuperà di noi"

 

servizio di Davide Lessi
montaggio di Marco Rondoni
interviste a Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino
Roberto Casonato, associazione Marco Pannella Torino

 

Mancano trenta giorni al voto. E c'è un tema che, secondo le associazioni, sembra uscito dall'agenda e dai programmi dei partiti. A ricordarlo, con un'iniziativa simbolica, sono alcune delle 200 detenute al carcere di Torino. Hanno iniziato uno sciopero della fame "a staffetta" che andrà avanti fino al 25 settembre. "Mentre voi non ci nominate - scrivono le recluse in una lettera - noi vi accompagneremo fino al giorno delle elezioni".

Monica Gallo, garante dei detenuti della Città di Torino, spiega: "Lo fanno invitando le persone impegnate in questa campagna elettorale a visitare gli istituti penitenziari, a parlare con le persone detenute, a valutare e verere quali sono le condizioni strutturali dei nostri istituti penitenziari".


Nel carcere Lorusso e Cutugno a fine luglio si contavano oltre 300 presenze in più rispetto alla capienza. Altra emergenza è quella legata ai suicidi in cella: da inizio anno in Italia sono stati già 54. E uno degli ultimi è avvenuto proprio nell'istituto che si trova nel quartiere torinese Vallette: la vittima aveva 25 anni. L'associazione Nessuno Tocchi Caino, con la presidente Rita Bernardini in sciopero della fame già da 10 giorni, ha dato il "la" alla protesta che ha trovato partecipanti dentro e fuori dal carcere. Tra questi anche 16 militanti dell'associazione Marco Pannella Torino. Anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha più volte sottolineato la volontà di risolvere il problema del sovraffollamento, aprendo al dialogo su misure speciali come la liberazione anticipata.