Lo studio del Servizio ematologico britannico individua la radice genetica

ER: il nuovo gruppo sanguigno scoperto da scienziati inglesi spiega nuove incompatibilità del sangue

Occorrenza rara, esprime sulla superficie dei globuli rossi una proteina non presente in altri gruppi sanguigni. Così si spiegano incompatibilità ematiche prima incomprensibili. Un'arma in più contro il rigetto in trasfusioni e gravidanze.

Nel 1982 la morte prematura di due neonati, apparentemente senza spiegazione, portò alla scoperta di una proteina molto rara, presente sulla superficie dei globuli rossi dei neonati, ma non in quello della madre, il cui sistema immunitario "attaccò" i piccoli, identificandoli come "corpi estranei", provocandone la morte per malattia emolitica. Quella proteina-antigene fu chiamata Er-a. Le occorrenze da allora si moltiplicarono: nel 1988 venne scoperta la variante Er-b. Poi arrivò Er3. Ora lo studio del servizio di ematologia inglese, appena pubblicato sulla rivista 'Blood' e guidato dalla sierologa Nicole Thornton, ha identificato altre 2 varianti Er4 ed Er5. E, cosa più importante, sequenziando i codici genetici del sangue di 13 pazienti, i ricercatori hanno individuato il gene comune che codifica quelle proteine: si chiama PIEZO1, ed è già noto, e associato a diverse malattie. La scoperta potrà ora aiutare a riconoscere e prevenire nuove incompatibilità ematiche, in trasfusioni o gravidanze. Il commento di Massimo Franchini, direttore di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale a Mantova, che in pandemia identificò il gruppo sanguigno A come più incline a favorire forme gravi di Covid 19.