L'INCHIESTA

Caso plusvalenze, la Juve rischia due nuovi processi sportivi. Il 20 gennaio prima udienza

La procura federale Figc ha chiesto la revisione del processo di maggio e aperto anche una nuova indagine. Il 20 gennaio 2023 l'udienza davanti alla Corte d'appello federale

Nuovi elementi o almeno considerati tali dagli inquirenti della Federcalcio ed emersi dalle carte dell'inchiesta Prisma della procura di Torino, hanno convinto, Giuseppe Chinè, procuratore della Figc a chiedere la revoca della sentenza della Corte federale d'appello di maggio che aveva assolto la Juventus, i suoi massimi dirigenti, e altre squadre per le presunte plusvalenze fittizie tra società di calcio. I bianconeri in un comunicato confermano la correttezza del proprio operato e l'assenza di elementi nuovi tali da giustificare la richiesta della procura.

Se la corte dovesse dare l'ok però potrebbe esserci spazio per un ulteriore pronunciamento già entro febbraio, dopo il dibattimento nella stessa udienza che dev'essere fissata in trenta giorni. Non solo, alcuni affari non erano emersi nella precedente processo sportivo e per questo i magistrati federali hanno aperto una nuova indagine che coinvolge, oltre alla Juve anche altre squadre. Tra il primo e secondo filone le società a rischio sarebbero Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Novara, Pescara Sampdoria ed Empoli e poi Atalanta, Sassuolo, Udinese, menzionate solo nei nuovi atti. Sembrano invece uscire di scena il Chievo, fallito nel frattempo, e il Napoli cui erano contestate le valutazioni di Osimhen che però non sono al centro dell'indagine penale torinese.

Dal punto di vista delle sanzioni le richieste potrebbero essere più pesanti di quelle della scorsa primavera: se infatti le alterazioni di bilancio si dimostrassero determinanti per l'iscrizione al campionato potrebbero esserci punti di penalizzazione o, ipotesi remota, la retrocessione. Per la seconda inchiesta è verosimile che non si arrivi a una sentenza prima di maggio.