L'anniversario

Gianni Agnelli, le frasi celebri e quell'amore per la Juve

Nel 2003 se ne andava l'avvocato. Che già nel 1963 ammoniva: "Nel calcio ci sarà sempre meno spazio per i mecenati". Da Boniek bello di notte a Platini "preso per un pezzo di pane", fino a Baggio-Raffaello e Del Piero-Pinturicchio: le frasi celebri

Gianni Agnelli, le frasi celebri sulla Juventus.Non amo definirmi mecenate. E penso che nella società odierna, con il sistema di tassazione che si sta delineando, in futuro ci sarà sempre meno spazio per i mecenati nel calcio”. Correva l'anno 1963. La Juventus, di scudetti, ne aveva vinti 12, e Gianni Agnelli si affacciava alla guida della Fiat ancora in coabitazione con Vittorio Valletta. Parole profetiche, le sue. Vent'anni fa, lasciava il suo posto in tribuna e su questa terra.

Da Platini a Del Piero

In quella prima senza l'avvocato, andò a segno Alessandro Del Piero, il suo Pinturicchio. A volte da aspettare, come Godot. Ma comunque protagonista di quella Juve guidata da Marcello Lippi: la vittoria in Champions contro l'Ajax, “squadra di pittori fiamminghi, battuta da quei “Piemontesi tosti”. Indimenticabile, poi, Roberto Baggio, che ricordava Raffaello con le sue pennellate. Fino a quando la sua discontinuità lo faceva somigliare a un "coniglio bagnato". Ancora prima, Platini, “preso per un pezzo di pane”.  O Boniek, “bello di notte”, per le sue prestazioni positive soprattutto nelle coppe. Ma il suo preferito resterà sempre Giampiero Boniperti, giocatore di classe prima, “suo” presidente pigliatutto poi. 

Mecenati o imprenditori?

Chissà cosa avrebbe detto, l'avvocato Gianni Agnelli, su quello che sarebbe successo dopo la sua morte. L'uragano Calciopoli, la resurrezione con il nipote Andrea, poi di nuovo nella polvere. Proprio su quel lato economico di cui parlava, tanti anni fa. Il calcio, azienda o giocattolo - da mecenati appunto. Il pallone avrebbe seguito la seconda, di strada: business, sì. Ma spesso senza profitti. Gianni Agnelli avrebbe preferito la prima.

Amore e odio

 Il calciatore come investimento. L'interesse della squadra, prima di tutto. Perché è lei la vera passione. Cosa vuol dire essere innamorato della Juve? "Significa svegliarsi contento il lunedì mattina perché il giorno prima la Juve ha vinto", disse una volta. Anche quando, ora, il giocattolo rischia di rompersi. Anche quando a una forte juventinità, corrisponde un altrettanto forte spirito antijuventino. “Non rispondo a quelli che odiano la Juve - disse una volta - perché il loro è solo un problema psicologico”.