Verso il ricorso

Penalizzazione Juventus, tutte le mosse della difesa

Per gli avvocati le lamentele su Paratici si riferivano al debito creato negli anni successivi dalle plusvalenze. Non solo: intercettazioni non considerate e tempi non rispettati. E quel dubbio sull'entità della punizione

"L'ingiustizia di questa sentenza è evidente: ci difenderemo con fermezza". Parla John Elkann, e delinea la strategia di difesa Juve per reagire alla stangata. Si ripartirà, con ogni probabilità, dalla memoria presentata alla Corte d'appello. Tanti gli elementi che verranno portati: prima di tutto, la mancanza del dolo, come testimonierebbero diverse intercettazioni. Cherubini si lamenterebbe della gestione Paratici perché le plusvalenze, pur creando un artificioso segno più sul bilancio nell'anno dello scambio, producono altri "meno" negli anni successivi. I soldi, insomma, non si creano dal nulla. Quindi - è la posizione della Juve - nessuna novità rispetto all'archiviazione avvenuta in primavera: inesistenza di valori oggettivi dei calciatori, plusvalenze lecite e caso chiuso. 

La questione dei tempi

Ma c'è anche il nodo dei tempi. Secondo i legali, la giustizia sportiva potrebbe aver ricevuto gli atti dalla Procura di Torino dopo i 30 giorni dalla conoscenza dei fatti nuovi, come previsto dal Codice della giustizia sportiva.

Reato di sistema. Con chi?

A questo si aggiunge l'indeterminatezza di un illecito definito "di sistema", svincolato da casi specifici, che tra l'altro ha salvato le altre società coinvolte.

Afflittività e proporzionalità

Infine, una considerazione: se i 15 punti di penalizzazione sono stati pesati in base alla classifica della Juve, lo devono essere anche le plusvalenze in base al loro effettivo peso sui bilanci Juve. 170 milioni di euro in tre anni, per una società che faceva due aumenti di capitale da 700 milioni. Sulla vicenda ha detto la sua anche il presidente del Toro, Urbano Cairo: "L'importante - ha detto - è cercare di bonificare anche il mondo del calcio".