Sicurezza

Chiude il CPR di Torino, devastato dalle rivolte dei migranti

Gli ultimi 6 immigrati del Centro di permanenza e rimpatrio in sciopero della fame, verranno trasferiti nella notte. In vista di lavori di ristrutturazione. Il centrosinistra chiede stop definitivo, ma il Viminale vorrebbe riaprirlo prima possibile

Verso la chiusura il Centro per la permanenza e il rimpatrio (CPR) di Torino, dopo le devastazioni e gli incendi appiccati durante le rivolte delle settimane scorse. Sei i migranti ancora presenti, che hanno iniziato lo sciopero della fame. La garante dei detenuti Monica Gallo chiede una revisione complessiva del CPR.

La situazione

Gli ultimi sei migranti, che avevano iniziato lo sciopero della fame, dovrebbero essere trasferiti nella notte. Poi il CPR di corso Brunelleschi a Torino potrà dirsi chiuso, almeno temporaneamente. Il centro di permanenza per il rimpatrio è stato devastato e reso inagibile dalle rivolte e la Prefettura di Torino ha ottenuto dal ministero dell'Interno il via libera al suo svuotamento. Nelle prossime settimane saranno organizzati sopralluoghi per capire quali lavori siano necessari per rendere di nuovo agibile le diverse porzioni danneggiate più volte in questi anni.

Il futuro

Bisognerà stimare le spese, si ipotizza serva oltre un milione di euro, e far partire il bando per gli interventi. I tempi non sono chiari, ma da parte del ministero dell'Interno sembra esserci la volontà di riattivare il prima possibile il CPR di Torino. Una struttura che negli anni ha attirato proteste del mondo anarchico e di parte della politica, ma anche chi ci lavora, come la Polizia, è critico. Secondo Tommaso Canelli, segretario provinciale del sindacato Silp-CGIL, il centro “rappresenta ormai da tempo una delle maggiori criticità per quanto riguarda l'impiego dei poliziotti torinesi, una criticità che riguarda l'intero ambito del fenomeno migratorio. Il CPR ha delle criticità specifiche legate innanzitutto ai luoghi, una struttura che in più occasioni abbiamo denunciato come non idonea secondo molti aspetti”.

Il centrosinistra chiede la chiusura definitiva

La garante della Città di Torino per le persone private della libertà, Monica Gallo, definisce la struttura “inadeguata”, e ne chiede un completo ripensamento. Intanto, verrà sospeso il contratto con Ors Italia, colosso svizzero che aveva in gestione la struttura. La società avrebbe dovuto essere ascoltata questa mattina in Consiglio comunale, ma era assente, e la maggioranza di centrosinistra intende proporre in via formale, al ministero dell'Interno, di non riaprire più il CPR. Centro che, anche se chiuso, resterà presidiato dalle Forze dell'ordine perché considerato obiettivo sensibile soprattutto alla luce delle diverse campagne di protesta portate avanti dalla galassia anarchica.

Montaggio di Beppe Serra