6 marzo, la giornata europea dei Giusti

La storia di Lorenzo Perrone, che salvò la vita a Primo Levi ad Auschwitz

Una vicenda poco conosciuta riscoperta dallo storico torinese Carlo Greppi


In paese a Fossano lo chiamavano tutti "Tacca", perché era un attaccabrighe, un uomo irascibile e taciturno. Di mestiere muratore, Lorenzo Perrone negli anni 40 va a lavorare ad Auschwitz per conto della ditta Beotti. E' lì che fa amicizia con il prigioniero 174 517. Quel prigioniero è Primo Levi.

Lo scrittore e chimico torinese lo ricordava così: "Mi ha portato ogni giorno della zuppa che era fondamentale, serviva a compensare il deficit di calorie. Lui raccoglieva gli avanzi di cucina e me li portava".

Perrone aiutò Levi anche a comunicare con la famiglia, rischiando a sua volta di finire internato. Una storia che Carlo Greppi ha deciso di raccontare nel libro "Un uomo di poche parole", edito da Laterza.

 

Intervista a Carlo Greppi- storico