Pieni i centri di Oulx e Bussoleno

Viaggio al confine con la Francia tra accoglienza e respingimenti

Il bel tempo ha fatto aumentare gli sbarchi sulle coste del Sud Italia e di conseguenza nei centri di accoglienza al confine con la Francia arrivano più richieste di accoglienza

Kave e Said arrivano dal Kurdistan, Iran. La Croce rossa li intercetta mentre tornano da un tentativo di superare il confine a Clavière per arrivare in Francia. Sono partiti un mese fa dall'Iran, parlano solo farsi. Qualche galletta per rifocillarsi e poi via con la macchina della Croce rossa verso il polo logistico di Bussoleno, centro che da ieri è tornato ad essere pieno. Così come il rifugio Fraternità Massi a Oulx.

La capienza del rifugio Massi

Luca Guglielmetto, responsabile della logistica del rifugio Massi spiega come si sia arrivati al massimo della capienza, con una media di arrivi a Oulx in costante crescita negli ultimi giorni. Più di 120 persone il centro non è in grado di accogliere. A Oulx ci si può fermare un massimo due giorni e poi bisogna spostarsi: ci si riposa, si raccolgono informazioni utili. È attivo uno sportello legale oltre che un pronto soccorso sanitario

Ci sono donne e bambini, giovani, per la gran parte maschi. I minori non accompagnati vengono presi in carico dalle apposite strutture che sono però tutte piene. Un sistema di accoglienza che è fragile e che riverbera le difficoltà di queste persone che mettono in gioco la propria vita per un futuro migliore in Europa. 

Interviste a Luca Guglielmetto (responsabile Logistica fraternità Massi) e Clotilde, migrante della Costa d'Avorio