Tutti "Matti per il calcio". L'inclusione passa dalla mente

Una campagna condotta tra stadi e campi di periferia, per annullare le barriere dei pregiudizi e non lasciare indietro nessuno. Perché lo sport fa bene al fisico e alla mente

Non ci sono limitazioni, basta avere la voglia di correre e mettersi in gioco. “Matti per il calcio” dall'inizio del duemila porta sui campi da gioco ragazzi con problemi psichiatrici o insufficienze cognitive. Un progetto di Uisp, dei Dipartimenti di Salute Mentale del Piemonte e Valle d'Aosta, i dei servizi sociali del Comune di Torino. Una campagna condotta tra stadi e campi di periferia, per annullare le barriere dei pregiudizi.

La loro è una partita infinita. Raccontata anche in un film documentario che alterna le storie personali con le vicende sportive. Una sfida alla banalità della compassione, da vincere insieme. Perché, come raccontano gli operatori sanitari, giocare aiuta a diminuire le ospedalizzazioni, le dipendenze da cibo caffè e sigarette. E a socializzare: lo sport fa bene al fisico e alla mente.