Il wifi sotto il mare
Usare internet sotto il mare così come si farebbe in superfice. Si può grazie a una startup italiana, nata all'università La Sapienza di Roma.
Una tecnologia che consente di alimentare sensori subacquei per monitorare in tempo reale gli ambienti marini e oceanici. Ad esempio, l'ossigeno e la percentuale di CO2 disciolti, temperatura, salinità, pH, ma anche correnti, maree e onde. E di svolgere operazioni come chiudere la valvola di una pipeline o realizzare e trasmettere immagini compresse.
E monitorare il rumore, che poi è anche un modo per monitorare la vita sott'acqua. O ancora, per i monitoraggi ambientali utili alla scelta del sito più idoneo per costruire un nuovo impianto di acquacoltura o di rinnovabili offshore.
Non tanto sullo sfondo la Blue Economy, dal valore stimato, secondo le Nazioni Unite, di 1.500 miliardi di dollari l'anno a livello globale con la previsione che questa cifra raddoppierà entro il 2030.
Montaggio: Fabio De Giovanni
Nel servizio, l'intervista con Chiara Petrioli - WSense