Stellantis da record ma non a Torino

Stellantis, utili+11%. Annunciati premi di produzione per i dipendenti.

Risultati che stridono con la cassa integrazione appena rinnovata a Mirafiori. L'economista Sapelli: "non c'è da stupirsi"

I dipendenti italiani di Stellantis avranno un premio medio di 2.112 euro, il 10% in più dello scorso anno (1.879 euro). L'annuncio arriva dall'ad Carlos Tavares che in una lunga lettera li ringrazia per quanto fatto nell'anno in corso e quanto faranno nel 2024 che si preannuncia impegnativo e difficile. Il premio arriva dopo l'aumento salariale dell'11% in 2 anni (6,5% nel 2023, poi 4,5% nel gennaio 2024) e i 600 euro ricevuti dai lavoratori come bonus speciale per gli accordi 2023. Se guardiamo ai dipendenti di tutto il mondo il premio è di quasi 1,9 miliardi in base ai risultati finanziari del 2023, per un totale di 6 miliardi di euro dalla nascita dell'azienda. Un premio che va di pari passo con l'aumento dei ricavi realizzati nel 2023 in crescita del 6% rispetto all'anno precedente e un utile netto a +11 per cento.

La riflessione 

Numeri che arrivano a pochi giorni dall'annuncio della proroga della misura della cassa integrazione a Mirafiori per i 2.260 dipendenti dell’impianto che opereranno su un solo turno fino al 30 marzo, estendendo così di quattro settimane il periodo di sospensione già previsto a gennaio. Appare lecito chiedersi a questo punto cosa sarà di Mirafiori già in difficoltà. Dopo tre anni di crescita, infatti, nello stabilimento di Torino, dove si produce la 500 elettrica, i volumi (85.940 unità) sono calati del 9,3% nel 2023. La produzione è rallentata anche agli inizi del 2024: poco più di 200 macchine realizzate al giorno. 

Il parere dell'economista

Abbiamo chiesto a Giulio Sapelli, torinese, economista e professore di storia economica, ncome fanno a fare insieme numeri così diversi: risultati record da un lato, cassa integrazione dall'altra. “Non mi pare ci sia da stupirsi - dichiara Sapelli - dal momento che si mettono gli operai in cassa integrazione proprio per aumentare i profitti che i capitalisti vogliono incassare e il profitto capitalistico si estrae dal lavoro degli operai quanto più se ne può", d'altronde continua "Stellantis è il prodotto di una strategia di delocalizzazione dei suoi manager”, a cominciare da Sergio Marchionne che è stato il primo a iniziare il processo che “ha posto le basi per le dismissioni di oggi”.
Per Sapelli è chiaro che Stellantis sta usando "la cassa integrazione per alzare il tiro con il governo per avere maggiori finanziamenti e aiuti". Come salvare Mirafiori allora? Per lo storico economico si può salvare lo stabilimento torinese “negoziando con l'industria, promuovendo investimenti in capitali fissi che creano nuovi impianti e soprattutto nuovi modelli”.
 

La politica

Intanto sul fronte politico il nodo Mirafiori è stato al centro dell'incontro tra cirio e urso a roma. Il primo di una lunga serie che vedrà il piemonte prima regione al tavolo nazionale su Stellantis. Il presidente della regione chiede un nuovo modello per la rinascita del sito torinese. 

I sindacati

L'esaltazione dei dati da parte dell'ad appare “paradossale” al segretario generale della FIOM-CGIL di Torino Edi Lazzi. "Le lavoratrici e i lavoratori è dal 2008 che fanno cassa integrazione, entrando nel 2024 nel diciassettesimo anno consecutivo di ammortizzatori sociali, i quali hanno determinato la perdita di decine di migliaia di euro di salario. Mirafiori si è ridotta e ha perso occupazione passando da 20.000 a 12.000 addetti. Non solo, il disimpegno da Torino, prima della famiglia Agnelli Elkann e adesso di Stellantis, che non hanno assegnato nuovi modelli di auto, ha generato la chiusura di centinaia di fabbriche nell’indotto con il licenziamento di oltre 35.000 persone. Tutto ciò ha impoverito l’intera città di Torino: infatti i consumi si sono ridotti, la disoccupazione è aumentata, l’età media dei cittadini si è alzata e la popolazione diminuita. Tutti effetti tangibili del disimpegno da Torino e il ridimensionamento della principale industria cittadina». Gianni Mannori responsabile Fiom Mirafiori aggiunge: «il risultato finale è che qualcuno ci sta guadagnando fortemente, ovvero i manager e gli azionisti della vecchia Fiat, e qualcuno ci sta perdendo, ovvero le lavoratrici e i lavoratori. Penso che ci sia l’urgente bisogno di rilanciare Mirafiori, uno stabilimento che può ancora dare molto. Nuovi modelli, nuove produzioni e assunzioni di giovani sono le uniche ricette in grado di farlo».