Migranti protestano in Basilica per le condizioni di vita da braccianti

Arrivano da Borgo Mezzanone. L'arcivescovo Cacucci Che li ha incontrati: "difesa senza se e senza ma della dignità umana". Assistiti dalla Caritas gli immigrati sono ripartiti per Foggia.

Migranti protestano in Basilica per le condizioni di vita da braccianti
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Hanno lasciato la Basilica di San Nicola di Bari, dopo aver ricevuto rassicurazioni dall'arcivescovo mons.Francesco Cacucci, i circa sessanta braccianti impiegati nei campi del foggiano che questa mattina hanno scelto simbolicamente il luogo di culto per la loro protesta, chiedendo il rispetto dei loro diritti di lavoratori e di esseri umani. "Papa Francesco dice che 'il lavoro conferisce dignità all'uomo' - ha detto il sindacalista Aboubakar Soumahoro  - invece il nostro è un lavoro privo di dignità e diritti. Per questo abbiamo deciso di lottare per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro. Una lotta in ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola e per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno al fine di uscire dall'invisibilità imposta". Concluso il presidio, la Caritas ha messo a disposizione dei braccianti panini per il pranzo prima di andare via, a bordo dei bus con i quali sono arrivati questa mattina da Borgo Mezzanone, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Lucera e altre città della provincia di Foggia nei cui campi lavorano a migliaia, con paghe di pochi euro per dieci ore di lavoro al giorno, alla raccolta di pomodori, asparagi e cavolfiori
Una sessantina di braccianti agricoli, che lavorano nelle campagne della provincia di Foggia, stanno manifestando nella basilica di San Nicola contro le condizioni di sfruttamento in cui sono costretti a vivere e lavorare. A capeggiare la protesta c'è  Abo Soumahoro, dirigente Usb che da mesi è alla testa delle manifestazioni dei lavoratori immigrati in tutta Italia. Hanno chiesto di incontrare l'arcivescovo di Bari, monsignor Francesco Cacucci, che - tramite don Vito Piccinonna della Caritas - ha fatto sapere di essere disponibile all'incontro. I braccianti hanno chiesto anche di incontrare il presidente della Regione, Michele Emiliano, che in questi giorni è in Israele. I lavoratori hanno denunciato di lavorare con contratti falsi e di essere pagati circa 25-30 euro al giorno. La maggior parte di loro vive a Borgo Mezzanone, il ghetto alle porte di Foggia, nel quale sono sistemate attualmente circa tremila persone nonostante le quattro azioni di demolizione di manufatti abusivi, disposte da febbraio a oggi dalla Procura di Foggia. 
 L'arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Francesco Cacucci, ha incontrato la delegazione di braccianti in presidio di protesta nella Basilica di San Nicola, assicurando che parlerà con gli altri vescovi pugliesi e con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per farsi portavoce e interprete delle richieste dei braccianti. I braccianti denunciano "condizioni disumane" di lavoro e di vita nei campi del foggiano. "Volentieri mi faccio interprete di questi che sono l'espressione del riconoscimento dei diritti della dignità umana" ha detto monsignor Cacucci parlando ai braccianti, assicurando che "da parte nostra c'è un atteggiamento di difesa senza se e senza ma della dignità umana".  "Quello che non riusciamo ancora a realizzare in Italia - ha detto mons.Cacucci - è la seconda accoglienza, mi permetto di sottolineare questo e da parte vostra bisogna insistere su questo". "Non basta accogliere - ha aggiunto - ma fare in modo che poi questa accoglienza sia dignitosa. Questo è il vero problema. Fino a quando non riusciremo a realizzare questo, si alimenterà da una parte l'idea di invasione e dall'altra non si riconoscerà dignità umana. Mi permetterò di indicare concretamente le proposte da fare. Non basta la denuncia se non arriviamo a fare proposte concrete".