Dopo 50 anni una foca monaca nel mare di Porto Cesareo

L'eccezionale avvistamento è avvenuto nel cuore dell'Area Marina Protetta. A realizzare le immagini un pescatore diportista sportivo

Dopo 50 anni una foca monaca nel mare di Porto Cesareo
Area marina Protetta Porto Cesareo
Incredulo ed emozionato, quando il pescatore diportista sportivo Omar De Benedittis sul suo natante ha capito che si trattava proprio di una foca monaca, ha immediatamente avvertito ed allertato i biologi della Area Marina. Osservando il comportamento e lo stile della sua nuotata, hanno appurato che effettivamente si trattava effettivamente di uno splendido esemplare di foca monaca, ritornata a solcare le acque dello Jonio cesarino.
Appena appresa l’ufficialità della notizia si è detto entusiasta il direttore della Riserva Nazionale marina, Paolo D’Ambrosio, che ha ringraziato Omar per aver offerto il materiale video e la sua collaborazione. “Siamo di fronte alla documentazione filmata e reale, di un ritorno atteso da anni e di importanza rilevate. La foca monaca, infatti era scomparsa da tempo in diverse zone dal Mediterraneo, l’ultimo avvistamento nelle acque di Porto Cesareo risale addirittura agli anni settanta. Lo storico ritorno -sottolinea il biologo- testimoniato da incredibili immagini che ci riempiono di gioia e qualificano, qualora ve ne fosse ancora bisogno, l’eccellente lavoro che si sta svolgendo da anni nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. L’insieme delle misure di conservazione unite alla fortissima attività di sensibilizzazione ambientale attuata in diverse forme e modalità, ha fatto accrescere in tutte le categorie che utilizzano la Riserva Marina Nazionale, dai pescatori ai residenti, dai diportisti agli imprenditori, dai turisti agli ambientalisti, un forte senso di rispetto oltre ad una presa di coscienza di uno sviluppo che sia soprattutto ecosostenibile. Un esempio per tutti, la sinergia e la cooperazione che ha portato, alla nidificazione prima ed alla nascita protetta poi, di ben 82 esemplari di tartaruga Caretta caretta, evento avvenuto la scorsa estate, in un tratto di costa in cui insiste uno stabilimento privato che registra un’altissima presenza di bagnanti. 
L’importanza scientifica e naturalista dell’avvistamento è stata commentata anche dal professor Antonio Terlizzi, docente di zoologia e biologia marina presso l’Università di Trieste, e per 20 anni docente presso il Disteba di UniSalento oltre che responsabile per conto del Conisma di diversi progetti di gestione e valorizzazione dell’efficacia dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.   
“La foca monaca mediterranea (Monachus monachus) è un mammifero pinnipede, unico rappresentante, in Mediterraneo, della famiglia delle foche -spiega il docente-. Può raggiungere i 300 kg di peso. Un tempo presente in tutto il Mediterraneo, ha visto rarefarsi la sua popolazione come conseguenza della frequentazione turistica delle coste e, soprattutto, della cattura e uccisione da parte dell’uomo. Si nutre di pesci e cefalopodi. Alla fine del Novecento si considerava estinta in Italia. Più di recente si è assistito a segnalazioni nel basso Adriatico e lungo le coste ioniche italiane, greche e albanesi. L’ultima segnalazione in Salento è di un cucciolo a Frigole che poi è morto a Torre San Gennaro”. Poi la raccomandazione importante del prof Terlizzi. “Qualora si dovesse avvistarla, non molestarla, non disturbarla, segnalare esclusivamente la presenza”.