Acciaierie d'Italia, sindacati denunciano immobilismo del governo

Non ancora insediato il nuovo cda, mentre cresce l'attesa per la sentenza del Consiglio di Stato sull'area a caldo

Acciaierie d'Italia, sindacati denunciano immobilismo del governo
Rai
"Riteniamo che il Governo Draghi debba avere il coraggio di dire con chiarezza cosa intende fare senza girare attorno ai problemi, smettendola di utilizzare slogan e avviando un processo di confronto aperto con le rappresentanze dei lavoratori e delle istituzioni locali. Non è accettabile che ad oggi il Cda di Invitalia non si sia ancora insediata, lasciando la gestione della fabbrica nelle mani della multinazionale". E' quanto affermano Fim, Fiom e Uilm di  Taranto in relazione alla situazione "di sostanziale immobilismo" che riguarda lo stabilimento Acciaierie d'Italia in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato sulla ipotesi di fermata dell'area a caldo. Intanto c'è stato un altro reintegro di un operaio dello stabilimento siderurgico. Il reintegro riguarda un 45enne che operava in Colata Continua, nel reparto Acciaieria 1. "Anche l'ultima sentenza del Giudice del Lavoro - spiega il coordinatore provinciale di Usb Francesco Rizzo - ha riconsiderato e rivisto le valutazioni fatte allora dall'azienda. Il punteggio del lavoratore allora escluso, maggiore rispetto a quelli dei colleghi invece rientranti, come negli altri casi, veniva giustificato con la diversa professionalità dei dipendenti assunti. Il Giudice del Lavoro ha riscontrato l'arbitrarietà di quella considerazione, tanto da arrivare ad ordinare l'assunzione del lavoratore interessato ed il pagamento delle mensilità arretrate a partire proprio dall'autunno del 2018". Il sindacalista precisa "che, anche in questa circostanza, come già accaduto in passato, questo non comporta alcun licenziamento di altri operai. Sono circa 20 i dipendenti rientrati finora per effetto delle sentenze". Rizzo ricorda infine che mercoledì 23 giugno si svolgerà la prima udienza della causa di Riccardo Cristello, il lavoratore licenziato per aver condiviso uno screenshot, ritenuto denigratorio, con riferimento alla fiction "Svegliati Amore Mio". Un episodio, conclude, "di cui tutta l'Italia ha parlato. Oggi riponiamo fiducia nella magistratura anche per il licenziamento di Cristello, che riteniamo inammissibile".