L'addio ai militari

"La morte dei due carabinieri è un assassinio"

Le dure parole del vescovo di Manfredonia ai funerali di Francesco Pastore, uno dei due carabinieri morti nell'incidente nel Salernitano. Il feretro dell'altro militare, Francesco Ferraro, accolto da un lungo applauso a Montesano Salentino

"La morte dei due carabinieri è un assassinio"
Tgr Puglia
I funerali del carabiniere Francesco Ferraro

"La loro morte è un assassino, un crimine. Perché fare uso di sostanze stupefacenti significa armarsi". Sono parole durissime quelle usate dal vescovo di Manfredonia Franco Moscone, durante l'omelia dei funerali del 25enne Francesco Pastore, il maresciallo dei carabinieri morto nell'incidente stradale avvenuto sabato sera tra Campagna ed Eboli in provincia di Salerno, in cui è morto anche un altro militare, il 27enne Francesco Ferraro, di Montesano Salentino. I due erano a bordo di una gazzella e si apprestavano a fare pattugliamento, quando la loro auto è stata travolta da un suv, guidato da una 31enne poi risultata positiva al narcotest.

"Cristo - ha proseguito il vescovo - si è fermato ad Eboli. Questo non è solo il titolo di un libro o di un film. Cristo si è fermato a Eboli, sulla statale dove è avvenuto l'incidente stradale e si è fermato nei corpi dei due Francesco. E si è fermato a Manfredonia, nelle nostre città rimaste attonite, ammutolite per quanto accaduto. Cristo si è fermato nell'Arma dei carabinieri e nell'animo di tutti loro per l'ennesima perdita di loro uomini al servizio della collettività e dello Stato". Centinaia le persone presenti all'omelia e che, all'arrivo del feretro nella cattedrale di Manfredonia, lo hanno accolto con un applauso.

A Montesano Salentino i funerali di Stato celebrati nella chiesa Maria Santissima Immacolata. Anche l'uscita del feretro di Ferraro dalla camera ardente è stata accolta da un lungo applauso. La bara, avvolta nel tricolore, è stata poi portata in spalla dai carabinieri seguiti dai genitori, dai suoi fratelli e dalla sua fidanzata. Prima dell'arrivo nella chiesa madre, il corteo funebre si è fermato davanti la casa della nonna di Francesco, che ha salutato il nipote scomparso sull'uscio di casa, seduta sulla sua carrozzina. Ad attendere il feretro c'erano centinaia di persone sia all'esterno sia all'interno della chiesa. Qui, su un cuscino di velluto rosso, è stato poggiato il cappello della divisa di Francesco. "Francesco è già nella casa e nel cuore di Dio", ha detto nell'omelia monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento Santa Maria di Leuca. "Siamo affranti e increduli", ha aggiunto, ricordando il militare salentino scomparso come "l'amico e il fratello che tutti vorremmo: generoso nel suo servizio alla patria, gioviale e volitivo, di un'educazione rara". Infine, l'appello rivolto ai giovani: "Francesco vi esorta ad amare la vita perché è bella e preziosa. Non sciupatela". Ai due funerali tante le autorità civili e militati intervenute, tra cui il comandante dell'arma dei Carabinieri, il generale Teo Luzi.