Diportisti in secca

A Manfredonia come negli altri porti turistici si attende l'autorizzazione a riprendere il largo. Appello di Assonautica al Presidente del Consiglio.

Tra i settori economici azzerati dall'emergenza coronavirus, che premono per una riapertura, c'è quello della nautica da diporto. Eppure - secondo il consiglio direttivo di Assonautica - andare in barca è "un'attività  isolante per sua natura, chi va in mare si allontana dai luoghi di massa da sempre. Il diportismo non si caratterizza, come la maggior parte delle attività ludiche con necessità di stare in una squadra o con gli assembramenti tipici delle manifestazioni sportive. Chi va in barca normalmente lo fa con la propria famiglia e non c’è dubbio che rispetto al rischio di contagio, la barca sia addirittura ancor più sicura della propria casa". Di qui l'appello che Assonautica  ha rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affinchè sia consentita in tempi brevissimi la ripartenza delle attività nautiche da diporto con tutta la filiera ad esse collegata.  "Se non riusciamo almeno a prospettare a breve una data di apertura - scrive il Presidente Alfredo Malcarne - i cantieri che sono in totale assenza di ordini e i concessionari che hanno in casa motori, barche ed accessori che rimarranno invenduti, rischiano di chiudere per sempre". 
Nel nuovo porto turistico di Manfredonia, intanto,  350 le barche bloccate agli ormeggi. Almeno altrettante quelle che erano attese per la stagione.