Braccianti pagati 4 euro all'ora, 3 arresti per caporalato

Gli indagati avrebbero reclutato migranti nel ghetto di Rignano con l'aiuto di un caporale senegalese

Braccianti pagati 4 euro l'ora per raccogliere pomodori e costretti a dormire in strutture piene di muffa e in carenti condizioni igienico-sanitarie. I carabinieri di San Severo  hanno arrestato tre persone, per altri due indagati la misura cautelare dell'obbligo di dimora. Gli arrestati sono datori di lavoro agricolo che secondo gli investigatori erano coinvolti in un sistema di sfruttamento di manodopera, prevalentemente migranti di origine africana, reclutata nel 'ghetto di Rignano' da un caporale senegalese, che provvedeva anche al trasporto e alla sorveglianza dei braccianti, sottoposti a condizioni lavorative massacranti e poco dignitose. Nel corso dell'operazione, denominata 'Job&Pay' , e cui hanno preso parte anche carabinieri dell'11esimo reggimento Puglia, sono state sequestrate sedi operative e beni, per un valore di 3 milioni di euro, di quattro aziende agricole, come disposto dal Gip di Foggia che ha firmato le misure cautelari. 
L'indagine era stata avviata nell'ottobre 2020 dopo un incidente stradale che aveva coinvolto un furgone con a bordo 5 migranti sfruttati come operai agricoli. I reati contestati agli indagati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa. I braccianti venivano impiegati in vari centri della provincia di Foggia, in particolare nei territori di San Paolo Civitate, Lesina, Chieuti, Serracapriola, San Severo e Poggio Imperiale. Il caporale senegalese, normalmente assunto presso una delle aziende sequestrate, riusciva a sottrarre ai braccianti la somma 0,50 euro per ogni cassone di ortaggi raccolto e si faceva pagare 5 euro per trasportarli al lavoro. La paga dei migranti era a cottimo, fra i 3,70 e i 4 euro per ogni cassone di pomodori raccolto, e in alcuni casi oraria, di circa 4 euro, per 11 ore ore di lavoro al giorno 7 giorni su 7. Le aziende mettevano a disposizione dei lavoratori alcuni capannoni come dormitori, in assenza delle condizioni minime di abitabilità.