Una comunità forte

Serracapriola, il paese tenace sospeso tra collina e mare

Il borgo ha resistito agli assalti di Storia e Natura: dall'attacco dei saraceni al terremoto del '600 fino all'occupazione nazista. Grazie alla tenacia dei suoi abitanti e a un "aiuto" metafisico. Qui studiò teologia un giovanissimo San Pio

Da mille anni non fa che resistere alle invasioni e le ingiurie della Storia e della Natura. Serracapriola, Comune situato in collina all’estremo lembo Nord della Puglia, ha saputo sopravvivere agli attacchi dei Saraceni, a un terremoto e all'occupazione nazista. E oggi la popolazione che ancora abita il paese è una comunità fiera e tenace.

Il 30 luglio 1627 Serracapriola fu rasa interamente al suolo, e proprio la tenacia e la testardaggine dei cittadini permisero di ricostruire interamente il paese. Stesso carattere dimostrato il 1° ottobre 1943, quando i cittadini respinsero eroicamente i nazisti dal paese e favorirono l'avvento degli Alleati. Ma non mancò un epilogo tragico, in quanto i soldati tedeschi lasciarono delle mine in un granaio causando la morte di 11 abitanti. 

Simboli e presidi della forza umana e quasi metafisica di questa comunità sono due edifici storici. Il primo è il convento di costruzione cinquecentesca dove è custodito un quadro della Madonna delle Grazie che, secondo la tradizione religiosa, avrebbe fatto da scudo miracoloso all'invasione del Turchi. Si racconta che nel 1566, durante l'attacco dei Turchi, un saraceno, mentre cercava di distruggere con una scimitarra il quadro della Madonna delle Grazie, venne fulminato da una luce abbagliante scesa dall'alto rimanendo colpito a morte riverso a terra. 

I turchi, spaventati dall'accaduto, dopo aver saccheggiato la città, indietreggiarono, lasciando libera la popolazione serrana. E in un certo modo un miracolo fu anche la presenza in quel convento all'inizio del Novecento del futuro San Pio, al secolo Francesco Forgione, che qui operò e strutturò la sua formazione teologica. Oggi proprio al frate santo di Pietrelcina è dedicato il convento.

Il secondo edificio emblematico è il castello, oggi di proprietà privata, la cui prima costruzione risale all'anno Mille e la cui posizione ben spiega il ruolo strategico, da un punto di vista geografico, militare e commerciale, del paese. Il castello, dalla cui torre si possono ammirare la Maiella, il Gran Sasso, le isole Tremiti e il Gargano, si posizionava in un luogo di confine, sin dai tempi dei Longobardi e Bizantini. E, nei secoli, assunse anche la funzione di centro di gestione della dogana delle pecore, che aveva sede proprio a Serracapriola, nella stazione di sosta chiamata Passo San Giacomo.

Qui infatti passava il regio tratturo, dove si praticava la transumanza: i pastori provenienti dall'Abruzzo e dal Molise portavano le proprie greggi, seguendo quel percorso, fino al Tavoliere. Oggi quella dogana dovrebbe diventare un luogo di sosta per chi intraprende il Cammino della Pace da L'Aquila a Monte Sant'Angelo. Serracapriola, sospesa tra collina e mare, tra Puglia e Molise, si incammina così sulla sua storia di tratturi verso un futuro di pellegrini e di turisti.

 

Nel servizio le voci di:

Michele Caccavone, presidente Anpi Serracapriola
Elsa Ciarallo, viceministra del Terz’Ordine francescano di Serracapriola
Antonino Maresca, proprietario del castello di Serracapriola
Eleonora Castriota, presidente associazione culturale femminile