Consiglio regionale, l'acqua resta pubblica: sì alla legge per scongiurare la privatizzazione

I Comuni costituiranno una società per garantire la gestione del servizio in proprio

Scongiurata la privatizzazione: l’acqua e la sua gestione, in Puglia, resteranno pubbliche. Centrato l’obiettivo – annunciato da mesi – di evitare che, alla scadenza dell’affidamento ad Acquedotto Pugliese, a fine 2025, il servizio idrico venga messo a gara, come prevede una direttiva europea: col rischio di far finire in mano ai privati un bene essenziale. Dopo alcuni rinvii, il consiglio regionale ha approvato una legge che, sostanzialmente, aggira l’ostacolo: la Regione trasferirà ai Comuni una parte delle azioni – e dunque della proprietà - di Aqp, e gli stessi Comuni potranno poi affidare ad Acquedotto – di cui saranno comproprietari - la gestione del servizio idrico, che quindi non sarà appaltato a un soggetto esterno privato mediante una gara, ma gestito in proprio.

Lo strumento indicato dalla legge regionale è una società – cosiddetta “veicolo” – che dovrà essere costituita dai comuni pugliesi entro 90 giorni, a totale partecipazione pubblica e controllata congiuntamente da tutti gli aderenti. Per costituire il capitale della nuova società, la Regione verserà un importo massimo di 400mila euro, suddivisi tra i comuni in base all’entità delle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua.