La passione in salsa pugliese

Dai pappamusci ai perdoni nel tarantino, fino al canto straziante delle desolate di Canosa. Le processioni della settimana santa rappresentano un'antica tradizione nella regione

Una settimana di passione. La tradizione e la fede che incontrano il desiderio di rivendicare l'appartenenza ad una comunità. I riti pasquali vanno oltre il significato religioso. Si parte certamente dalle migliaia di credenti che ogni anno in Puglia scendono in strada per partecipare idealmente, e a volte anche fisicamente, al cammino di Gesù, alle sue sofferenze, fino alla resurrezione. Ma allo stesso tempo ciascun comune mette in scena una liturgia collettiva a cui anche il cittadino più laico non vuole mancare, perché andare in processione vuol dire condividere emozioni e sentimenti in una sorta di abbraccio collegiale. Ed è anche un'occasione, per chi magari non riesce ad andare a messa tutte le domeniche, per fare i conti con le propre debolezze, abbandonandosi ad un momento di penitenza, il che a volte non guasta. Via alle danze, dunque. Un primo assaggio è arrivato come sempre con la celebrazione dalla domenica delle Palme, preceduta già la scorsa settimana da eventi come la processione della Madonna delle Lacrime a Canosa. Ma è adesso che si entra nel vivo. Il giovedì santo è il giorno dell'ultima cena e dei sepolcri, da visitare categoricamente in numero dispari. Il venerdì generalmente si va in corteo con il Cristo morto e la Madonna Addolorata. Ma in queste due giornate ogni paese impone, dal punto di vista delle cerimonie, una propria interpretazione. Il giovedì a Noicattaro si comincia con la processione del primo crocifero, con i pellegrini che arrivano al sepolcro in ginocchio, fino a fustigarsi con catene di ferro. Hanno invece il cappello e il volto coperto i pappamusci di Francavilla Fontana, che iniziano a sfilare dal pomeriggio. Ruvo di Puglia, attivissima, il giovedì proprone la processione degli otto santi, mentre a tarda sera a Bitonto si intonano marce funebri tradizionali. Il venerdì a Taranto, fin dalla mezzanotte, ha luogo la processione dell'addolorata. Qui i perdòni, ossia i confratelli del Carmine, camminano scalzi e in coppia già dal giorno prima per espiare le proprie colpe. Nella vicina Pulsano c'è la processione dei misteri. A San Marco in Lamis il corteo è caratterizzato da torce di legno meglio note come fracchie. Molto frequentate sono poi la processione dei cinque misteri a Molfetta e quella di Bisceglie che il venerdì mattina racconta l'ultimo incontro tra la Madonna e Gesù prima della crocifissione.  Il sabato le iniziative diminuiscono ma a Canosa ha grandissimo seguito la processione della Desolata, che rappresenta la Madonna in lutto per la perdita del figlio. La domenica di Pasqua cambia tutto, con le processioni del Gesù risorto a Francavilla e Ruvo di Puglia, ultimi atti puramente religiosi che aprono le porte al lunedì in albis, il lunedì dell'angelo, giorno in cui la Puglia torna ad essere perlopiù teatro di gite e itinerari enogastronomici. Ma con gli occhi e i cuori rivolti ancora alle immagini di quei riti che trascinano il medioevo nell'era moderna, in un compendio di storia, fede e vivida partecipazione.