Bari

Alle origini del blu: il pigmento d'oltremare creato dal Principe di Sansevero

Una ricerca dell'università "Aldo Moro" attribuisce a Raimondo di Sangro, la prima sintesi del blu d'oltremare, che si ottiene in natura dai costosi lapislazzuli

Una scoperta che ha messo insieme storia e geologia, alla ricerca della fenice. E la fenice in questo caso è il nome che Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, diede al suo laboratorio alchemico. Ora ci sono le prove: fu proprio lui, a metà del settecento e 50 anni prima dei francesi,  a sintetizzare per la prima volta nella storia il colore blu oltremare, che si ottiene in natura dai lapislazzuli. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori di Storia della Scienza in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Bari. Analizzando un frammento millimetrico di blu oltremare tratto dalla cappella Sansevero di Napoli, gli studiosi sono riusciti dimostrare che il colore non è di origine naturale, bensì creato artificialmente. L'equipe barese guidata da Francesco Paolo de Ceglia, è composta dallo storico Andrea Maraschi e si è avvalsa della collaborazione dei professori di Scienze della Terra Gioacchino Tempesta e Alessandro Monno. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell'articolo "In search of the Phoenix in eighteenth century Naples. Raimondo di Sangro, nature mimesis and the production of counterfeit stones between palingenesis, alchemy, art and economy", sulla rivista scientifica “Nuncius. Journal of the Material and Visual History of Science”.

Nel servizio le voci di Francesco Paolo de Ceglia, Andrea Maraschi e Gioacchino Tempesta.