Economia circolare

Idrogeno e metano dalla plastica

Plastica non più riciclabile, che farne? Discarica? Inceneritore? Una ricerca condotta all'Università di Foggia ottiene idrogeno, metano ed altri idrocarburi dalla plastica a fine vita

Recuperare e riciclare la plastica si può e si deve, ma il ciclo non si ripete all'infinito: la filiera utilizza solo una parte di plastica riciclata per i nuovi prodotti e purtroppo gran parte dei rifiuti di plastica è gestita male.

Un progetto di ricerca che punta alla valorizzazione di polimeri a "fine vita", non più avviati al riciclo, è in corso nei laboratori dello STAR*Facility Centre, hub tecnologico dell'Università di Foggia afferente al DAFNE - Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione, Risorse Naturali e Ingegneria, dove le attività di ricerca sono focalizzate sulla valorizzazione delle biomasse

Il processo di pirolisi assistita con microonde del materiale plastico è caratterizzato dall'utilizzo di materiale carbonioso, detto biochar, ottenuto da biomasse residuali povere: dal cippato proveniente dalla manutenzione boschiva ai residui di potatura di ulivi, arrivando perfino all'esoscheletro del granchio blu o alle valve dei mitili. Nei test si confrontano anche biochar ottenuti dalla stessa matrice organica ma a differenti temperature, miscelati a scaglie di vari polimeri.

L'utilizzo delle microonde nel procedimento di pirolisi riduce i tempi e l'energia necessaria per il processo. Nella miscela gassosa generata sono presenti idrogeno molecolare gassoso, metano e tracce di idrocarburi a corta catena, quale ad esempio l'etano, il propano, il butano.

Nell'intervista il professor Matteo Francavilla, professore associato di Chimica Organica, dipartimento DAFNE dell’Università di Foggia e responsabile scientifico dello STAR* Facility Centre