Torneo di Risiko, vince Miscali

Dopo dieci turni, semifinali e finale Miscali ha strappato la vittoria agli avversari. Secondo posto per Roberto Puddu, terzo posto per Manuel Scordo

Torneo di Risiko, vince Miscali
Tgr
Il tavolo della finale di Risiko

Dopo dieci turni, semifinali e finale, il tabellone di gioco dai nomi esotici dei territori (come Kamchatka e Jacuzia) ha decretato il vincitore del torneo del gioco da guerra da tavolo più famoso in Italia: Luca Miscali, classe 1992 di Quartu Sant’Elena, impiegato. Luca gioca a risiko dal 2017. Il gioco gli piace perché “conta la strategia, il ragionamento e un pizzico di fortuna”.

Luca Miscali ha vinto per obiettivo in meno di 90 minuti che spesso non sono sufficienti a decretare il vincitore di una partita, ricorrendo ai punti (come nel pugilato). Il campione del torneo ha annichilito gli avversari con una tattica di gioco spregiudicata, fortunata ma che ha saputo incalzare gli avversari conquistando prima l’Oceania, poi il Sud America e garantendosi così una rendita di rinforzi fino a dieci armate a giro.

Al secondo posto, solo per le statistiche e il ranking del RCU Cagliari, il club organizzatore, si è piazzato Roberto Puddu, 45 anni, di Cagliari ma residente a Quartu, professione Agente immobiliare. “Gioco a risiko da 15 anni, mi ha insegnato mio padre” afferma Roberto “il Risiko è bello perché c'è gioco, strategia, fortuna, tattica e divertimento per ogni età”. Terzo posto per Manuel Scordo, giornalista, che commenta: “gioco a risiko challenge (nome della specialità utilizzata nei tornei ufficiali) da 12 anni e a risiko da quando ero ragazzino e volevo distruggere le armate nere”. Al quarto posto Agosrino Uselli che ha avuto accesso diretto alla finale in quanto ha dominato le dieci gare totalizzando oltre mille punti e vincendo sei gare su nove (si è pure permesso il lusso di non giocare l’ultima gara in quanto primo e irraggiungibile con un turno d’anticipo). Agostino è un “vecchio” campione ed è stato uno dei primi organizzatori di tornei di risiko a Cagliari e Quartu (dalla seconda metà degli anni ’80), prima che la casa editrice prevedesse i club ufficiali sparsi per tutta Italia.