I presunti inquinamenti nelle indagini per la strage Borsellino

Via D'Amelio, udienza depistaggi: parte civile anche ministero Giustizia

Intervistati da Ernesto Oliva Fiammetta Borsellino e Salvo Palazzolo, presenti al Palazzo di Giustizia. In solidarietà al cronista di Repubblica, dopo il sequestro disposto dalla Procura di Catania, una manifestazione dell'AssoStampa Sicilia

Via D'Amelio, udienza depistaggi: parte civile anche ministero Giustizia
tgr
Rinviata al prossimo 28 settembre, alle 9,30 al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, l'udienza preliminare nei confronti di tre poliziotti accusati del depistaggio delle indagini sulla strage di via d'Amelio: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.

Il Gup di Caltanissetta, Graziella Luparello, ha accolto la richiesta di costituzione parte civile avanzata - tramite i loro legali - dai figli di Paolo Borsellino, Manfredi, Lucia e Fiammetta, dei figli di Adele (sorella del giudice) e di altri cinque presunti boss, accusati ingiustamente di aver preso parte alla strage di via d'Amelio.

"Provo solo tanta tristezza - è stato l'amaro sfogo di Fiammetta Borsellino - nel vedere uomini dello Stato sfiorati dal solo sospetto di aver depistato le indagini sulla strage di via d'Amelio. Lo Stato in questa udienza non si è costituito parte civile. Questo mi amareggia molto. Sicuramente questa assenza non è un segnale che si può leggere positivamente. Sarebbe interessante chiedere al presidente del Consiglio, ai vertici dello Stato, il perché di questa assenza".

Successivamente è arrivata la notizia che anche il ministero della Giustizia ha chiesto di costiuirsi parte civile. Già il 13 settembre scorso sarebbe stata richiesta autorizzazione all'Avvocatura dello Stato di Caltanissetta, tramite la Presidenza del Consiglio - Ufficio del contenzioso.

Il servizio di Ernesto Oliva
Anche l'avvocato Giuseppe Dacquì, difensore di Natale Gambino, costituitosi parte civile, ha stigmatizzato nel suo intervento "la mancata costituzione di parte civile dello Stato atteso che il reato di calunnia tutela il buon andamento dell'amministrazione della giustizia dove proprio lo Stato risulta essere la prima persona offesa".

Dinanzi al Tribunale, sit-in di solidarietà dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e dell'Assostampa al collega Salvo Palazzolo, indagato dalla Procura di Catania per rivelazione di notizie in merito alla chiusura delle indagini, nel marzo scorso, a carico dei tre agenti che all'epoca fecero parte del gruppo investigativo sulle stragi del 1992 diretto dall'allora capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera.

Il pm Stefano Luciani ha chiesto al gip di aggravare il capo di imputazione per i tre poliziotti: concorso in calunnia, con l'aggravante di avere favorito Cosa Nostra. Secondo la Procura di Caltanissetta, i tre poliziotti avrebbero manovrato le dichiarazioni rese dal falso pentito Vincenzo Scarantino, costringendolo a fare nomi e cognomi di persone innocenti in merito all'attentato. 
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Salvo Palazzolo riassume le aspettative del processo
Poco prima dell'udienza, davanti al piazzale del Palazzo di giustizia, si è svolto un sit-in, organizzato dall'Assostampa in segno di solidarietà nei confronti del giornalista di Palazzolo, indagato dalla procura di Catania per rivelazione di segreto, in quanto a marzo aveva scritto la notizia della chiusura delle indagini a carico dei tre poliziotti; al cronista è stata perquisita l'abitazione e sono stati sequestrati il pc, il telefonino e tre hard disk. Recentemente è stato ascoltato dalla Commissione Antimafia dell'Ars.

Sui telefoni e gli apparati elettronici sequestrati a Palazzolo, domani sarà effettuato un "atto irripetibile" da parte della polizia postale. Il cronista dice di essere "sereno per avere svolto come sempre il mio lavoro, quello di raccontare ciò che accade nella nostra terra".
Una pausa dell'udienza
L'attesa davanti al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta