Sea Watch, la comandante Rackete interrogata in Procura

I reati ipotizzati sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra

Sea Watch, la comandante Rackete interrogata in Procura
TGR sicilia
La capitana Carola Rackete oggi e' tornata al tribunale di Agrigento per essere interrogata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Alessandra Russo e Cecilia Baravelli, nell'ambito del primo procedimento a suo carico, quello che ipotizza il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la disobbedienza a nave da guerra. Dal secondo procedimento, scaturito dalla forzatura del blocco e dall'ingresso nel porto di Lampedusa urtando una motovedetta della Guardia costiera, la comandante della 'Sea Watch 3' era temporaneamente uscita il 2 luglio, dopo la decisione della gip Alessandra Vella di non convalidare la misura degli arresti domiciliari disposta dalla procura che aveva chiesto per la 31enne della Bassa Sassonia il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Ieri pero' l'ufficio diretto da Luigi Patronaggio ha presentato ricorso, smontando le tesi del giudice per le indagini preliminari. "Non si puo' ritenere sussistente la scriminante dell'avere adempiuto a un dovere visto, che i migranti erano in sicurezza nella rada con la massima assistenza delle autorita' che avevano anche disposto alcuni sbarchi per motivi sanitari", e' la tesi della procura della citta' dei templi che chiede alla Cassazione di annullare l'ordinanza del gip. Un ricorso articolato in diciotto pagine e quattro principali motivi in base ai quali l'arresto di Carola, scattato nella notte tra il 28 e il 29 giugno, andava convalidato (non scatterebbe comunque alcuna misura perche' su questo aspetto non c'e' stato ricorso al tribunale del riesame) per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e resistenza o violenza a nave da guerra. 
Il servizio di Lucilla Alcamisi