Corruzione alle Asp di Palermo e Trapani, dieci arresti

Manette per il dirigente dell'azienda sanitaria trapanese Damiani, domiciliari all'ex numero uno di quella del capoluogo Candela IL VIDEO

Corruzione alle Asp di Palermo e Trapani, dieci arresti
Tgr
Un giro di tangenti da quasi due milioni, appalti pilotati nelle aziende sanitarie provinciali di Trapani e Palermo. Queste le ipotesi investigative della guardia di finanza che ha messo agli arresti dieci persone, due in carcere e il resto ai domiciliari. Coinvolti anche il coordinatore della struttura regionale per l'emergenza Covid 19 ed ex direttore dell'Asp di Palermo Antonino Candela, ai domiciliari e il responsabile dell'Asp di Trapani Fabio Damiani, finito in cella. Secondo gli inquirenti ci sarebbe stato un sistema con cui, tramite faccendieri di riferimento dei dirigenti, alcune aziende si sarebbero aggiudicate appalti nella sanità.

Sarebbero state intascate mazzette pari al cinque per cento del valore delle commesse, a volte in contanti, altre volte con operazioni contabili con società intermedie intestate a prestanome. Fra gli arrestati anche dirigenti di alcune imprese. Sequestrate sette società con sedi in Sicilia e Lombardia. Nel 2013 gli era stata assegnata la scorta per avere denunciato un tentativo di tangenti per l'acquisto di pannoloni. Era stato anche premiato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per avere denunciato le mazzette.

Oggi, Antonino Candela, 55 anni, attualmente coordinatore dell'emergenza Coronavirus in Sicilia, chiamato dal Presidente della Regione Nello Musumeci a marzo, è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione perché, secondo l'accusa, avrebbe intascato tangenti per centinaia di migliaia di euro. Da tempo Candela non viveva più sotto scorta. Il gip del Tribunale di Palermo usa parole dure nei suoi confronti nella misura cautelare. E' accusato, "in concorso morale e materiale" con un altro indagato, "anche quale suo intermediario, di avere accettato la promessa di denaro da parte di Francesco Zanzi e Roberto Satta, rispettivamente amministratore delegato e responsabile operativo di Tecnologie Sanitarie Spa, per un ammontare pari a 820.000 euro per poi ricevere la complessiva somma di 268.400 euro per ritardare e omettere e per avere ritardato e omesso atti del suo ufficio, tra cui la sottoscrizione del contratto relativo alla gara indetta dall'Asp 6 del valore di 17.635.000 euro, avente ad oggetto la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali, aggiudicata, in data 30.11.2017, alla Tecnologie Sanitarie Spa". Secondo l'accusa, il coordinatore dell'emergenza Covid Antonino Candela, avrebbe "compiuto atti contrari ai propri doveri di ufficio in favore della Tecnologie Sanitare Spa".

Tra l'altro consistenti "nel minacciare Fabio Damiani (ex manager Asp di Trapani ndr), per costringerlo ad attestare la maggiore convenienza per l'Asp 6 della procedura facente capo alla Cuc e conseguentemente a richiedere l'adesione della stessa Asp 6 alla procedura Cuc". E "nell'accelerare l'iter di adesione dell'Asp 6 alla procedura della Cuc, sollecitando, per mezzo di Taibbi, Zanzi e Satta a trasmettere una formale comunicazione con la quale si invitava l'Asp 6 a valutare l'adesione alla procedura Cuc ed inducendo a tal fine i dirigenti dell'Asp 6, tra cui il Direttore Amministrativo Domenico Moncada ed il Direttore Sanitario Salvatore Russo, ad avallare tale adesione, mediante un'opera di persuasione e di pressione diretta a simulare la maggiore convenienza per l'Asp 6 della Cuc". utto questo "al fine di consentire all'impresa di continuare a beneficiare delle condizioni ritenute più remunerative previste dal contratto, già aggiudicato alla Tecnologie Sanitarie Spa in Ati con Ebm (ora Althea Spa), scaduto nel settembre 2017 e prorogato", dicono gli inquirenti.

"Sia al fine di consentire, nelle more, l'adesione dell'Asp 6 alla procedura indetta dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana (CUC), avente oggetto la medesima tipologia di prestazioni dei menzionati contratti, della quale la Tecnologie Sanitarie Spa si era aggiudicata due lotti, del valore complessivo di 202.400.318/17 euro, le cui condizioni erano ritenute più vantaggiose per la stessa Tecnologie Sanitarie Spa rispetto all'appalto bandito dalla Asp 6". 

Tra gli indagati nell'operazione "Sorella sanita'" della Guardia di finanza di Palermo, anche il deputato regionale di Licata, Carmelo Pullara, 48 anni, del centrodestra, dei Popolari e autonomisti, che non e' tra i dodici destinatari delle misure cautelari. Accusato di turbativa d'asta perche' avrebbe chiesto un favore per una ditta al direttore generale dell'Asp di Trapani Fabio Damiani, in cambio di un sostegno alla nomina di quest'ultimo ai vertici dell'ufficio sanitario, Pullara e' vice presidente della Commissione Salute e servizi sociali e sanitari dell'Ars e componente dell'Antimafia regionale. 

"Il quadro disvelato dalle indagini della Guardia di finanza e' impietoso e fa rabbia. Poco importa che siano fatti risalenti nel tempo al 2016. Quando abbiamo applicato il protocollo anticorruzione Anac-Agenas avevamo individuato nel rischio gare quello piu' alto. Ed e' anche questa la ragione per la quale, attirandomi polemiche, ho alzato la voce sulle centrali di committenza pubbliche perche' il sistema sanitario non puo' essere depauperato da condotte criminose. Ho sempre invitato, e continuo a invitare oggi, tutte le imprese a denunciare all'autorita' giudiziaria ogni anomalia e a segnalarlo formalmente alla nostra anticorruzione". Lo dice l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

"La storia personale e le pubbliche considerazioni di tante istituzioni su alcuni dei soggetti coinvolti, a partire dal dottor Candela - prosegue - stonano con le risultanze di questa attivita' investigativa. E per questo la
vicenda lascia ovviamente attoniti. Ma saranno immediati, gia' questa mattina, tutti i provvedimenti conseguenti".
Il servizio di Agnese Licata