La strage di via D'Amelio 29 anni fa, la memoria e l'omaggio alle vittime

Giornata di celebrazioni per ricordare Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta morti nell'attentato. Il presidente Mattarella: "Impegno comune per sradicare le mafie"

La strage di via D'Amelio 29 anni fa, la memoria e l'omaggio alle vittime
Tgr

​Sono trascorsi 29 anni dalla strage di via D'amelio nella quale morirono Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ieri il via alle manifestazioni. Stamattina - a partire dalle 9 - si susseguiranno diversi momenti di riflessione dedicati ai giovani e alla scuola con il sottosegretario all'Istruzione, Barbara Floridia. Alle 16:58 il ricordo delle vittime della strage nel momento esatto dell'attentato.  Alle 18 alla caserma Lungaro il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, conferirà la cittadinanza onoraria a tutti i poliziotti alla presenza del capo della Polizia, Lamberto Giannini. 
Alle 20 invece la fiaccolata in via D'Amelio organizzata dal "Forum 19 luglio".

IL MESSAGGIO DEL CAPO DELLO STATO
"L'attentato di via D'Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell'impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l'illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone- aggiunge-, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia. Da magistrati hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia". Per questo, prosegue Mattarella, "sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone. La Repubblica è vicina ai familiari di Borsellino e ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze".