Migranti, proteste sul cibo: scoppia la rivolta al Cara di Mineo

Profughi in rivolta dopo che nei pasti preconfezionati sono stati tolti alcuni alimenti come latte, tonno e riso

Volevano latte, tonno e riso. Hanno, invece, trovato in mensa fusilli al ragù e polpette di carne che per costume non sono soliti mangiare. Ed è scoppiata la rivolta nella mensa del Cara di Mineo. Un centinaio di uomini e donne hanno incominciato a protestare contro i pasti confezionati. Poco o nulla è riuscito a fare il neo direttore della struttura, il siracusano Francesco Magnano, sul momento. Ora la contestazione è rientrata e la Cascina sta preparando le pietanze richieste.
Prima le proteste dei dipendenti, tagliati fuori dal nuovo gruppo che gestisce i quattro lotti dei servizi che ha ridotto gli assunti da 302 a 150. Ora quelle degli ospiti, passati dai quattromila di un tempo ai poco piu di 1800 di adesso. 
Con il bando aggiudicato al ribasso per 40 milioni molti servizi non ci sono più. La scuola interna per adulti non è partita. L'ambulatorio della Croce rossa con 3 medici, 12 infermieri 2 ambulanze, è stato smantellato. Ora i migranti dovarnno rivolgersi ai medici e all'unico pediatra di Mineo, con un codice fiscale provvisorio. Eliminato anche il pulmann che faceva la spola con il paese, a otto chilometri di distanza in collina. "E' una follia - lamenta il sindaco Giuseppe Mistretta - non vedo garantita la sicurezza sanitaria né tanto meno quella del territorio". Il primo cittadino, alla notizia della sommossa, ha subito informato la prefettura di Catania.