Il pentito Di Carlo: "Ecco perché fu ucciso il colonnello Russo"

Un nuovo movente per l'omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, ucciso a Ficuzza nel 77 dai killer di Totò Riina. E' stato il pentito Francesco Di Carlo a svelarlo, deponendo a Caltanissetta

Un nuovo movente per l'omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, ucciso a Ficuzza nel 77 dai killer di Totò Riina. E' stato il pentito Francesco Di Carlo a svelarlo, deponendo a Caltanissetta. L'ufficiale è medaglia d'oro al valor civile.

La rivelazione giunge a sopresa. Nel corso del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage Borsellino. E' l'anziano collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo a parlare. "Quando era capitano il colonnello ammazzò per errore un suo collega. Ma poi dichiarò che era stato qualcun altro".​

Le indagini furono subito depistate. Vennero arrestati e condannati tre pastori. Assolti dopo 20 anni. Quando fu chiaro - grazie ai pentiti - che il delitto era stato deciso ed eseguito dai Corleonesi. 

E offre una sua interpretazione della Sicilia degli anni Settanta e Ottanta: "In quel periodo la Sicilia era controllata da Cosa Nostra, un omicidio lo poteva fare solo Cosa Nostra".

Quando fu assassinato, il 20 agosto del '77, Giuseppe Russo era il comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo. Con lui venne ammazzato un amico, il professore Filippo Costa.

Il colonnello era un bravo investigatore. Aveva lavorato con Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si era occupato di difficili e delicate inchieste. Non solo di mafia.