Abbazia di San Giorgio a Gratteri, riprendono gli scavi e il restauro

Un luogo unico, abbandonato per anni, ora grazie a un progetto del Comune, è al centro di lavori e indagini. Sul campo, gli archeologi della Soprintendenza dei beni culturali di Palermo

Tra cespugli di ginestre, lungo un sentiero tra i boschi delle Madonie, l'Abbazia di San Giorgio la si avvista dall'alto, su questo pianoro che sembra fatto apposta per contemplare e meditare: di fronte la costa di Cefalù, alle spalle le montagne. Un luogo magico, mistico, raccontano gli archeologi e gli studiosi della Soprintendenza dei beni culturali di Palermo impegnati nella campagna di scavi cominciata grazie a bando voluto dal comune di Gratteri e finanziato con fondi nazionali. 

"Di questo luogo meraviglioso nessuno si era mai occupato in maniera continuativa e scientifica", spiega la soprintendente Lina Bellanca


Di quest'abbazia normanna, del XII secolo, restano i muri perimetrali che ora vengono consolidati da due ditte siciliane. Tante le domande a cui si spera di dare una risposta. Sono già state trovate alcune tombe e dei pavimenti, nella zona Nord che potrebbero testimoniare gli ambienti dove vivevano i monaci Premostratensi, un ordine francese che in Sicilia ha avuto solo questa sede. 

"Comincia a prendere corpo un grande sogno che è quello di ridare lustro a questo luogo perché diventi un punto di riferimento per il turismo culturale", precisa Giuseppe Muffoletto, sindaco di Gratteri. 

Il progetto infatti è quello di completare il restauro delle mura dell'abbazia, oltre allo scavo, sistemare la strada che la collega al paese e creare un percorso culturale che metta insieme il museo e gli altri piccoli tesori di Gratteri.