"Heal me" il secondo singolo dell'artista siciliana Daniela Spalletta

Il video in anteprima tratto dal nuovo album "Per Aspera ad Astra"

"Heal Me"è il nuovo singolo della cantante siciliana Daniela Spalletta. Il brano  è una preghiera pagana, una planimetria dell’inquietudine e l’invocazione del miracolo. Una tempesta solare che trafigge un corpo corrotto dal vizio, ridestandolo dal torpore. È un brano post-progressive impreziosito da atmosfere psichedeliche e reichiane, oniriche, evocative e ipnotiche. Gli ostinati strumentali si sovrappongono attraverso intarsi poliritmici e contrappuntistici, sviluppando l’illusione di una pulsazione irregolare, che si svela durante lo sviluppo della trama. Nel finale, l’intreccio a canone della parti vocali, dà vita a una momentanea distensione: la tempesta di luce volge al termine, lasciando il campo a una stremata quiete. Ad accompagnare Daniela in questo immaginifico viaggio, Seby Burgio al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria, ossia l’Urban Fabula, eccellente sezione ritmica con la quale l’artista siciliana collabora da svariato tempo, frutto anche di un profondo legame umano con i tre musicisti. Insieme al trio, il talentuoso chitarrista sloveno Jani Moder e la raffinata TRP Studio Orchestra. Spiega l’artista a proposito del suo secondo singolo tratto dal suo nuovo album Per Aspera ad Astra: «Scegliendo Heal Me, come secondo singolo dopo The Gift, ho seguito la logica del contrasto: mentre The Gift racconta la riconciliazione, la pacificazione, la sintesi degli opposti, Heal Me, che lo precede (è il secondo brano del disco), è il momento del conflitto, della guerra, della separazione. La trama compositiva di questo mio brano originale, con i suoi incastri poliritmici e le sue linee nevrotiche, è una sorta di cubo di Rubik in trasformazione, un presente in divenire analiticamente osservato, la premonizione erotica di una metamorfosi, fisica e psichica».
 
La genesi e il mood del videoclip ufficiale del brano diretto dal regista Paolo Galletta, con testo, musica e arrangiamento di Daniela Spalletta, sono così raccontanti e descritti dalla cantante e compositrice siciliana: «Nel videoclip abbiamo voluto raccontare un flusso di coscienza, un espediente narrativo che ricordasse il procedimento psicanalitico della libera associazione. Il tema chiave, come per tutto il disco, rimane la trasformazione, la metamorfosi e la sua osservazione, richiamando qui immagini oniriche e kafkiane. Gli occhi sereni del sonno si destano inquieti e, da spettatori, osservano il sogno: piccoli insetti diventano giganti inquietanti e grotteschi, i fiori sono ninfe erotiche e sensuali. Il mondo, fuori e dentro colei che sogna, visto da vicino, rivela la sua forma autentica, svelando un’insospettabile, articolata e potente voluttà».
 
Cantante, compositrice, arrangiatrice, autrice, nata in Sicilia, negli ultimi anni Daniela Spalletta si classifica ai primi posti, tra le voci femminili italiane, dei Jazzit Awards della rivista JAZZIT. Vanta collaborazioni con importanti musicisti del panorama jazzistico italiano e internazionale (fra cui Urban Fabula, Seamus Blake, Giovanni Mazzarino, Gegè Telesforo, Enrico Intra, Fabrizio Bosso, Max Ionata). Ha all’attivo due album  (“D/Birth” e “Sikania”) e numerose collaborazioni (fra questi, il nuovo disco di Gegè Telesforo “Il Mondo in testa” ). Molti i premi internazionali vinti: fra questi, il Premio Claudio Abbado, Premio Nazionale delle Arti, Lucca Jazz Donna 2014, Multiculturita Europe Contest, AIR – Artisti in Residenza. Nel 2019 si classifica al secondo posto del prestigioso “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition”, esibendosi al New Jesey Performing Art Center (Newark, NJ) dinanzi a una giuria composta da Christian McBride, Dee Dee Bridgwater, Jane Monet Monifa Brown e Matt Pierson. Molti i festival in cui si è esibita in tutto il mondo, fra i quali il NJPAC, Rendez Vous de l’Erdre, IIC in Nice, Jazz al Piccolo, Umbria Jazz, Django World Music Festival. Affianca, all’attività artistica, quella di docente di Canto Jazz in diversi conservatori italiani