Zone franche montane: la legge rischia un nuovo stop. Sit-in dei sindaci

In discussione le coperture alla legge che prevede una fiscalità di vantaggio per tanti piccoli comuni sopra i 500 metri di quota. "L'ultima occasione per sopravvivere", denunciano i primi cittadini

L'ultimo treno, l'ultima possibilità, per evitare di veder morire i piccoli comuni montani. L'istituzione delle zone franche montane è questo per loro, per i tanti sindaci arrivati a Palermo da mezza Sicilia per chiedere risposte alla giunta Musumeci. Accanto a loro, anche la Cgil. Da 5 anni danno battaglia per ottenere la legge che istituisca una fiscalità di vantaggio in territori dove tutto è più difficile: spostarsi, curarsi, mantenere aperto un negozio. 

Dopo il via alla legge-voto da parte dell'Ars, ora tocca al Parlamento nazionale esprimersi. La Commissione finanze del Senato ha scritto al presidente Musumeci, una settimana fa, chiedendo di dare l'ok a quella che viene definita l'unica copertura possibile: 100 milioni di euro dall'accordo Stato-Regione, rispetto ai 300 milioni necessari. Nonostante questo, interi territori chiedono che la Regione risponda positivamente 
  
Se arriverà il via libera dalla giunta, il testo passerà poi al voto di  Camera e Senato. Riguarda 157 comuni e le imprese che vi lavorano. Prevede sgravi fiscali per gli ha la proprie sede legale e operativa in un centro sopra i 500 metri di quota e con meno di 15mila abitanti.