Siccità, meno acqua nelle dighe. Probabile l'innalzamento dell'allerta

L'anticiclone africano bloccherà le piogge almeno per altri 10 giorni. La situazione delle risorse idriche sarà valutata da una prossima riunione dell'Osservatorio

L'anticiclone che sta portando aria calda dal Marocco verso Italia e Spagna non sembra voler mollare. Per i prossimi 10 giorni non sono previste piogge. Per la Sicilia, alle prese con una crisi idrica che in pieno inverno non si vedeva da anni, significa prepararsi al peggio. Leonardo Santoro, segretario generale dell'Autorità di bacino della Sicilia, afferma che durante la prossima riunione dell'Osservatorio per gli usi idrici c'è il concreto rischio che si debba innalzare il livello d'allarme al massimo grado. 

La decisione di ridurre l'acqua potabile immessa nelle condotte del 10-15% in tutte le province potrebbe non bastare. Gli ultimi dati regionali dicono che rispetto al mese scorso c'è il 12% in meno di risorse nelle dighe. E il calo è maggiore sugli invasi più in crisi: Fanaco e Rosamarina, nell'entroterra palermitano; la Pozzillo,  in provincia di Enna, è ai minimi storici.

“Abbiamo chiesto agli ambiti territoriali di mettere in campo una serie di misure, tra le quali l'individuazione di nuovi pozzi o l'analisi delle acque di pozzi per ora non utilizzate”, aggiunge Santoro. 

Un problema che è forte anche per l'agricoltura in tutta la regione.
Il prossimo 6 febbraio, il Commissario nazionale per l'mergenza idrica ha convocato tutte le autorità di bacino a Roma. L'attenzione sarà soprattutto per Sicilia e Sardegna. La Regione ha chiesto 150 milioni di euro per 5 interventi su invasi e condotte. I progetti già ci sono ma da anni sono bloccati per vari motivi.