Studio Ambrosetti: i siciliani consumano meno acqua che nel resto d'Italia, ma non basta

181 litri al giorno per abitante: un dato sotto la media nazionale, eppure l'Isola è la regione con il più alto "stress idrico"

I siciliani risparmiano più acqua del resto d'Italia, ma nell'Isola i consumi sono comunque troppi rispetto alla disponibilità. E' il paradosso che emerge dal "Libro bianco" dello Studio Ambrosetti: la media dei consumi è infatti di 181 litri al giorno, il quinto dato più virtuoso del Paese e ben al di sotto della media nazionale di 215. Eppure l'Isola è la Regione con il più alto "stress idrico", cioè il rapporto fra l'acqua prelevata e quella presente nelle dighe e nelle sorgenti: il dato è superiore all'80 per cento.

La proporzione è dovuta principalmente all'età e alla condizione delle dighe. Sebbene l'Isola abbia ben 46 invasi per una capienza teorica di 1,1 miliardi di metri cubi, gli impianti sono molto vecchi - circa 54 anni in media - e spesso solo parzialmente utilizzabili. Il motivo? Il termine tecnico è "interrimento", cioè l'accumulo all'interno degli invasi di materiale come il fango. In Sicilia i volumi sprecati in questo modo, secondo Ambrosetti, sono addirittura il 34 per cento: ogni 3 litri di riserve potenziali uno è inutilizzabile perché limaccioso.

L'altro versante è infine lo spreco dovuto alle perdite: le condotte sono talmente vetuste che secondo l'Istat, che ha appena fornito i dati aggiornati al 2022, finisce sprecato il 51,6 per cento dell'acqua immessa in rete.