Suicidio assistito, attesa per oggi la decisione della Consulta.

Il 12 novembre l'udienza in Corte di Assise a Massa per Cappato e Welby, accusati della morte di Davide Trentini

Suicidio assistito, attesa per oggi la decisione della Consulta.
tgr web
Dopo il rinvio di ieri, è attesa per oggi la  decisione della Corte Costituzionale sul caso di dj Fabo, tetraplegico e cieco in seguito a incidente, aiutato da Marco Cappato, nel febbraio del 2017, a recarsi in Svizzera per l'eutanasia.  La Corte Costituzionale dovrà in sostanza stabilire se aiutare un malato terminale a ottenere il suicidio assistito è un reato penale oppure se, al contrario, è un'azione necessaria per metterlo in condizione di esercitare il suo diritto fondamentale della libertà di scelta per una morte dignitosa. Fu lo stesso tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, appena rientrato nel capoluogo lombardo, ad autodenunciarsi davanti ai carabinieri. L'inchiesta avviata dai pm di Milano per aiuto al suididio si concluse con una richiesta di archiviazione respinta dal gip che ordinò l'imputazione coatta. 
"Attendiamo con grande rispetto l'udienza e la decisione che verrà presa. È una occasione per fare chiarezza sui diritti dei cittadini italiani", ha detto Marco Cappato all'uscita dal palazzo di giustizia di Massa dove, insieme a Mina Welby attende un'altra decisione, quella della Corte di Assise per la morte di Davide Trentini.  L'ex barista, 53 anni, malato di Sla, si è sottoposto ad eutanasia come dj Fabio in Svizzera il 13 aprile 2017 e venne accompagnato a Basilea da Mina Welby  mentre Cappato fornì informazioni e assistenza logistica e finanziaria. Cappato e Welby sono imputati di istigazione e aiuto al suicidio. L'inchiesta ha portato al giudizio immediato su richiesta degli stessi imputati e la sentenza è attesa per il 12 novembre. Riguardo alla proposta di legge per rendere legale l'eutanasia  Cappato ha ricordato che "l'abbiamo depositata 5 anni fa, ma il Parlamento, sia quello del passato Governo che l'attuale, continua a non discutere questo tema, in violazione della Costituzione. Non pretendiamo di avere ragione ma che ci sia un dibattito in Parlamento. Ci appelliamo alla coscienza di ogni parlamentare". 
"La nostra è una azione di disobbedienza civile - ha commentato Cappato, presente al processo insieme a Mina Welby -, crediamo di aver fatto il nostro dovere, su richiesta di Davide e Fabiano. La speranza è che le persone in condizioni di sofferenza insopportabile possano essere aiutate a interrompere la loro vita senza che chi li aiuta venga sottoposto a condanna fino a 12 anni di carcere". "Sono serena - ha detto Welby all'uscita dal palazzo di giustizia -, quello che ho fatto l'ho fatto per coscienza e lo rifarei ancora"