E a Siena la campagna elettorale s'incendia

Mps, "la peggiore". Unicredit nicchia, "spezzatino" (ed esuberi) in vista?

La banca bocciata negli stress test europei. Unicredit disposta ad acquisire solo la parte "sana". I sindacati temono migliaia di esuberi.

Mps, "la peggiore". Unicredit nicchia, "spezzatino" (ed esuberi) in vista?
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Nubi nerissime su Siena. Nello stress test dell'Eba (l'Autorità Bancaria Europea) la storica banca senese è risultata la peggiore fra le 50 banche europee esaminate. In caso di uno scenario economico-finanziario avverso il Monte registrerebbe in tre anni perdite per 2,7 miliardi, brucando 6 miliardi di capitale di prima qualità e 996 punti di Cet1 ratio (il più importante indce di solidità di una banca), finendo addirittura sotto zero. In questo quadro l'acquisizione dell'Istituto da parte di Unicredit si complica ulteriormente, con ricadute politiche che investono la campagna elettorale per la copertura del seggio parlamentare vacante, che vede il campo lo stesso segretario del Pd Enrico Letta. Unicredit pone precise condizioni: prende due settimenae di tempo per condurre una "due diligence", un'ispezione accurata che consenta di definire termini e perimetro della trattativa, ma preannuncia l'intenzione di acquisire la sola arte sana della banca, quella "ripulita" da crediti deteriorati e rischi legali. Il che comporta la prospettiva di.uno "spezzatino" che non ripsonde, secondo i sindacati, all'esigenza di tutelare i livelli occupazionali, prefigurando migliaia di esuberi.
Dal centrosinistra arriva così la richiesta al governo di coinvolgere nella trattativa il Parlamento. Mentre il centrodestra ha attribuito connotati politici alla vicenda, andando all'attacco del Pd. La questione si infiltra nelle suppletive di Siena, che ci saranno in autunno per sostituire alla Camera Pier Carlo Padoan. L'ex ministro del Tesoro - lo era ai tempi del salvataggio pubblico di Rocca Salimbeni - ha lasciato il posto da deputato dem per la presidenza di Unicredit. Nel collegio, in corsa ci sono Enrico Letta e, per il centrodestra, Tommaso Marrocchesi Marzi. Maurizio Gasparri ha subito rispolverato la storia dell'istituto, da sempre accostato all'area di centrosinistra. "Enrico Letta, diventato segretario del Pd, dove si candida? Alla Camera dei Deputati nel collegio di Siena lasciato libero da Padoan - ha attaccato il senatore di FI - E questi sono i signori che facevano le polemiche sui conflitti di interesse. Mps è il buco nero della sinistra". La posizione del Pd è arrivata con una dichiarazione del responsabile finanze, Antonio Misiani, e della segretaria toscana Simona Bonafè: "L'obiettivo generale di consolidare il sistema bancario italiano è certamente condivisibile", hanno spiegato, ma "riteniamo indispensabile che il governo, azionista di maggioranza di Mps, discuta in Parlamento le ragioni dell'operazione e le prospettive della banca". Le richieste sono: evitare "soluzioni di smembramento del gruppo" e tutelare il "radicamento territoriale". Ma fra i compagni di viaggio, sia nel Pd sia in Iv, c'è chi ha marcato posizioni più rigide del Nazareno: "Si sta materializzando un incubo per l'economia Toscana", ha detto il senatore dem Andrea Marcucci. Mentre il renziano Nicola Danti ha parlato di "notizie inquietanti". Il presidente della Regione Toscana, il dem Eugenio Giani, è andato coi piedi di piombo: "Voglio valutare meglio tutti gli elementi". La campagna elettorale ha fatto concentrare lo sguardo senese dei partiti. "Non si prendono in considerazione le possibili ricadute nel nostro territorio", ha attaccato Marrocchesi Marzi. Per la Lega: "Sottrarre la banca a Siena - ha detto il deputato Guglielmo Picchi - comporta una spesa per l'Erario tra i 5 e i 7 miliardi".