Si alla realizzazione della Valdastico con uscita a Rovereto sud, ma anche semaforo verde per la terza corsia dell'autobrennero e al completamento della superstrada della Valsugana a 4 corsie. Revisione del progetto di trilinguismo e invito ai responsabili delle scuole trentine a "non far mancare il crocifisso". Sono alcuni dei passaggi più significativi del neo presidente della Provincia Maurizio Fugatti nella sua relazione programmatica presentata in Consiglio provinciale a Trento.
Una relazione di 14 pagine in cui Fugatti spazia dai grandi temi dlele infrastrutture a quelli più legati agli aspetti sociali e culturali, con citazioni di interventi di alcuni protagonisti dell'Autonomia del passato: da Alcide Degasperi a Bruno Kessler ad Enrico Pruner.
Nella sua relazione Fugatti ha parlato anche del recenete alluvione di fine ottobre, ringraziando i volontari impegnati nelle operazioni di soccorso e di ripristino del territorio. Il presidente della Provincia ha anche annunciato che sono allo studio varie ipotesi di finanziamento per coprire i 300 milioni di danni causati dall'alluvione ed ha tranquillizzato i sindaci, assicurando loro che eventuali stop a opere pubbliche programmate saranno solo temporanei.
Fugatti ha anche parlato di famiglia e natalità e della necessità di affrancarsi dalla vicina provincia di Bolzano, recuperando la specifica identità trentina. Ma l'argomento che più ha animato il dibattito politico è l'invito ai dirigenti scolastici a rimettere il crocifisso nelle aule. Sul tema interviene il Direttivo dei laici trentini per i diritti civili che criticano le parole di Fugatti. "Nell'ansia di imitare il suo "Capitano" il nuovo Presidente della PAT - scrivono - vuole a tutti i costi mandare segnali del suo insediamento, con l'effetto di confermare che la storia, quando si ripete, lo fa in forma farsesca. Dopo i vigilantes per scongiurare l'acido urico sulle antiche pietre ora l'obbligo di presepe e crocifisso nelle scuole, in totale spregio dell'impostazione laica della nostra Costituzione e del ritardo cronico con il quale il nostro Stato non vuole mettere mano a regi decreti risalenti al ventennio né alle indicazioni dal contesto giudiziario europeo che hanno espressamente parlato di "violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni" (sentenza "Lautsi" Corte Europea 2009) salvo poi retrocedere giudicando non provabile l'influenza del crocifisso nelle scuole, ma di certo non approvandone l'eventuale obbligo".
Una relazione di 14 pagine in cui Fugatti spazia dai grandi temi dlele infrastrutture a quelli più legati agli aspetti sociali e culturali, con citazioni di interventi di alcuni protagonisti dell'Autonomia del passato: da Alcide Degasperi a Bruno Kessler ad Enrico Pruner.
Nella sua relazione Fugatti ha parlato anche del recenete alluvione di fine ottobre, ringraziando i volontari impegnati nelle operazioni di soccorso e di ripristino del territorio. Il presidente della Provincia ha anche annunciato che sono allo studio varie ipotesi di finanziamento per coprire i 300 milioni di danni causati dall'alluvione ed ha tranquillizzato i sindaci, assicurando loro che eventuali stop a opere pubbliche programmate saranno solo temporanei.
Fugatti ha anche parlato di famiglia e natalità e della necessità di affrancarsi dalla vicina provincia di Bolzano, recuperando la specifica identità trentina. Ma l'argomento che più ha animato il dibattito politico è l'invito ai dirigenti scolastici a rimettere il crocifisso nelle aule. Sul tema interviene il Direttivo dei laici trentini per i diritti civili che criticano le parole di Fugatti. "Nell'ansia di imitare il suo "Capitano" il nuovo Presidente della PAT - scrivono - vuole a tutti i costi mandare segnali del suo insediamento, con l'effetto di confermare che la storia, quando si ripete, lo fa in forma farsesca. Dopo i vigilantes per scongiurare l'acido urico sulle antiche pietre ora l'obbligo di presepe e crocifisso nelle scuole, in totale spregio dell'impostazione laica della nostra Costituzione e del ritardo cronico con il quale il nostro Stato non vuole mettere mano a regi decreti risalenti al ventennio né alle indicazioni dal contesto giudiziario europeo che hanno espressamente parlato di "violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le proprie convinzioni" (sentenza "Lautsi" Corte Europea 2009) salvo poi retrocedere giudicando non provabile l'influenza del crocifisso nelle scuole, ma di certo non approvandone l'eventuale obbligo".