Spaccio nelle valli dell'Avisio: 18 arresti. La base in un bar

Cocaina in val di Fiemme, Fassa e Cembra. Un sistema di spaccio organizzato al bar Anny di Castello di Fiemme

Spaccio nelle valli dell'Avisio: 18 arresti. La base in un bar
Carabinieri
Oltre 250 carabinieri, con il supporto di unità cinofile e dell'elicottero di Laives, hanno eseguito  18 ordinanze di custodia cautelare nelle valli di Fiemme, Fassa e Cembra.

Nel mirino un'associazione a delinquere finalizzata alla vendita e allo spaccio di cocaina, proveniente dalle piazze di Verona e Milano.

Il blitz è scattato alle 5 e 30. Le ordinanze sono state disposte su richiesta della Procura di Trento.

La droga arrivava dalla Lombardia, da Rozzano in particolare, ma i carabinieri spiegano che era al bar di Anny di Castello di Fiemme che veniva tagliata e distribuita per spacciarla nelle valli di Cembra, Fiemme e Fassa. 

Un meccanismo rodato, che andava avanti da un anno e che fruttava qualcosa come 60-70mila euro al mese.

Alla fine sono 18 le ordinanze di custodia. Per 16 persone c'è anche l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. 

I primi sospetti su quel bar risalgono ad un anno fa.

Da allora i carabinieri hanno avviato una accurata indagine fatta di lunghe osservazioni ed appostamenti. Alla fine il quadro, spiegano gli inquirenti, si è chiarito. 

Nel bar gestito da Paolo Girardi con il barista Alessio Sartori (entrambi di 48 anni) e con la collaborazione di Taulant Shtembari, arrivava la cocaina dalla Lombardia (mezzo chilo al mese).

Qui dopo l'orario di chiusura c'era chi si occupava di tagliare le dosi, chi di procurare le sostanze da taglio. C'era anche chi faceva da palo tenendo d'occhio i monitor delle telecamere di sicurezza del bar posizionate con cura verso la strada e il parcheggio.

Poi le dosi venivano vendute nelle varie località delle valli dell'Avisio. Un migliaio le cessioni documentate e un centinaio gli acquirenti identificati.

Il cosiddetto "gruppo Fiemme" è risultato in diretto contatto con trafficanti  di livello superiore in Lombardia.

Il presunto capo del "gruppo Rozzano" sarebbe l'albanese Petrit Arapi che per un periodo aveva abitato in valle di Fiemme ed aveva allacciato contatti con il connazionale Taulant Shtembari. 

Le indagini proseguono.
 
Nel video qui sotto le immagini diffuse dai carabinieri.

Alcuni momenti del blitz, un'unità cinofila in azione e il sequestro del bar Anny a Castello di Fiemme
Le persone arrestate dai carabinieri Carabinieri
Le persone arrestate dai carabinieri
Da sinistra maggiore Molinari, col. Volpi, procuratore Raimondi, ten. col. Cuccurullo TgrTrento
Da sinistra maggiore Molinari, col. Volpi, procuratore Raimondi, ten. col. Cuccurullo