Impossibile per chi passa dal piccolo abitato di Senter, pochi chilometri sopra Noriglio (Rovereto) non notare il capitello e la sua sconcertante lapide.
Il sentiero è quello che, ripidissimo, si inerpica tra piccoli campi e boschi sul monte Finonchio. Quello stesso monte che l'11 maggio 1945 fu teatro di una terribile sciagura.
Il sentiero è quello che, ripidissimo, si inerpica tra piccoli campi e boschi sul monte Finonchio. Quello stesso monte che l'11 maggio 1945 fu teatro di una terribile sciagura.
I quattro ragazzi avevano approfittato dello splendido pomeriggio di primavera per uscire nei boschi a far legna.
Il più giovane, Cornelio, era poco più di un bambino. Con lui la sorella Irma di 17 anni. E altri due fratelli Senter, Valerio, 21 anni, e il sedicenne Giuseppe. Si erano portati dietro anche il cuginetto Pierino, 10 anni. Il bosco per loro non aveva segreti.
Accadde mentre scendevano per tornare a casa, con le braccia cariche di frasche. In località Fratte, a 1350 metri di quota, videro a terra uno strano oggetto.
Un involucro di lamiera; all'interno una ventina di bombe a farfalla, residuo inesploso della guerra che volgeva al termine. La curiosità più forte di qualunque prudenza, soprattutto a quell'età.
Secondo le cronache dell'epoca fu Valerio, il più grande, a toccare gli ordigni. L'esplosione fu violentissima. I quattro ragazzi più grandi morirono immediatamente. Solo il più piccolo, Pierino di dieci anni, si salvò. Subito soccorso e portato all'ospedale di Noriglio, venne giudicato guaribile in un mese.
La ferita che non guarì mai fu il ricordo di quel tragico pomeriggio.
Il più giovane, Cornelio, era poco più di un bambino. Con lui la sorella Irma di 17 anni. E altri due fratelli Senter, Valerio, 21 anni, e il sedicenne Giuseppe. Si erano portati dietro anche il cuginetto Pierino, 10 anni. Il bosco per loro non aveva segreti.
Accadde mentre scendevano per tornare a casa, con le braccia cariche di frasche. In località Fratte, a 1350 metri di quota, videro a terra uno strano oggetto.
Un involucro di lamiera; all'interno una ventina di bombe a farfalla, residuo inesploso della guerra che volgeva al termine. La curiosità più forte di qualunque prudenza, soprattutto a quell'età.
Secondo le cronache dell'epoca fu Valerio, il più grande, a toccare gli ordigni. L'esplosione fu violentissima. I quattro ragazzi più grandi morirono immediatamente. Solo il più piccolo, Pierino di dieci anni, si salvò. Subito soccorso e portato all'ospedale di Noriglio, venne giudicato guaribile in un mese.
La ferita che non guarì mai fu il ricordo di quel tragico pomeriggio.
TgrTrento Il capitello di Senter
TgrTrento I nomi delle vittime
TgrTrento Case a Senter